domenica 21 dicembre 2014

Il Coraggio di Scegliere


I killer delle aziende operano all'interno dell'azienda stessa. Cominciano pian piano il loro lavoro. Prima ne uccidono uno, poi un altro. Poi contagiano il collega, si fortificano e così via. Sembra una guerra fredda, in cui paradossalmente il nemico da sconfiggere rimane colui che li mantiene foraggiando la loro presenza in azienda.

Spesso si sa bene chi sono, ma nessuno ha il coraggio di dire o fare qualcosa per allontanarli.

Oggi, più che mai, bisogna avere il coraggio di scegliere. E' ovvio, scegliere comporta prendersi delle responsabilità, mettersi in discussione, scendere nel campo di battaglia e combattere... che non è semplice come stare a guardare.

Questo non è il post di fine anno, per augurare qualcosa a qualcuno. Tuttavia un augurio, mi sento in dovere di farlo.

A tutti gli imprenditori bloccati, a quelli che non riescono a prendere delle decisioni, a quelli che non hanno il coraggio di intraprendere nuove strade, a quelli che stanno seduti a guardare sgretolarsi anni di sacrifici. A tutti. Auguro di essere in coerenza con il proprio cuore, perché tutti sanno qual è la soluzione ma spesso è più comodo stare in stand-by.

Ascolta il tuo cuore. Ascoltalo davvero e non perché lo hai letto tante volte e sei pronto a dire che questa è l'ennesima banalità scritta solo per sentito dire. Non devi giudicare in questo momento devi solo ascoltare. Ascolta il tuo cuore con entrambe le orecchie, vallo a vedere di persona mettendoti un terzo occhio sull'indice, calandolo dalla bocca e poi giù fino a sentire il battito con il polpastrello.

Coraggio, perché è davvero spiacevole rimanere vittima di killer che hai pagato per fare altro.

lunedì 17 novembre 2014

Meno io e Più Noi


In qualsiasi gruppo funziona così. Meno io e più noi è un dogma, una legge che si basa solo sulla comunicazione.
Se non ti è chiaro questo, chiariscitelo, altrimenti non potrai mai trovarti bene in un gruppo. Se non sei abituato a questo modo di agire o impari o rimarrai fuori.
Soprattutto se si tratta di gruppi fatti da professionisti.
Ognuno ha competenze e libertà di azione e ogni azione ha come fine l'interesse del gruppo.

La comunicazione in questo ha un ruolo centralissimo.

Il passaggio delle informazioni alimenta il gruppo e crea le basi della condivisione, attraverso qualsiasi canale/mezzo. Permette a tutti di fare meno fatica.

Le immagini del "cosa bisogna fare" devono essere comuni, tutti devono poter vedere allo stesso modo per comprendere, elaborare e lavorare allo stesso pensiero.

La comunicazione costruisce le relazioni interne, consolida i rapporti nel gruppo e trasforma l'insieme generando un valore superiore alla soma di ogni singola parte.

Meno io e più noi si basa su 5 pilastri:
PRIMO. La connettività (anche Wath's up può essere uno strumento, ma non solo!).
SECONDO. La collaborazione (che non significa avere per forza tutto sotto controllo).
TERZO. La cooperazione (fiducia in quello che fanno gli altri).
QUARTO. La condivisione (per sentirsi parte è necessario sapere)
QUINTO. La cocreazione (insieme per creare qualcosa di superiore, di diverso)  

L'essenza del gruppo sta nella diversità di ognuno.

Ci vuole un forte senso etico. Quando questo viene a mancare e l'io prende il sopravvento sul noi, il gruppo rischia il fallimento e allora non ci sono alternative: non sei fatto per lavorare in gruppo ma sei egomaniaco!

Ricordati che a decidere sei sempre tu. Solo tu. Sei tu che scegli se stare in un gruppo oppure no. In quello stesso momento devi prendere consapevolezza che non sei più un io ma un noi.

lunedì 10 novembre 2014

Non Credo alle Insalate


Ciò che non mi convince in certe piccole imprese di oggi è la loro logica dell’insalata. Mischiare settori e prodotti  per cercare di offrire tutto, senza in realtà riuscire a offrire niente.

Soprattutto per i piccoli non credo sia possibile sopravvivere senza essere specializzati in qualcosa (prodotto/servizio).

Nessuno potrà ricordarsi di te se non offri qualcosa di forte.

Le domande che ogni imprenditore dovrebbe porsi, prima di avviare la propria attività, sono almeno 3: qual è il mio punto forte, qual è il motivo per cui dovrebbero scegliere il mio prodotto, qual è la specialità su cui devo puntare?

Poche domande ma con un’unica risposta.

Focalizzare cosa poter fare per sapere cosa non fare, cosa proporre e cosa scartare, su cosa concentrarsi e cosa tralasciare.

Oggi più di ieri è necessario trovare una strada forte. Almeno una e non tante strade ma tutte scoscese, strette, poco agibili, indefinite, improbabili, sconosciute.

Per fare questo è necessario conoscere il mercato in cui ci si vuole posizionare. 
Quanti sono coloro che offrono il mio stesso prodotto? In cosa posso puntare per far capire che il mio prodotto è migliore?

Non è la logica dell’insalata che premierà le aziende, piuttosto le farà chiudere.


Non sono qui per dare lezioni a nessuno. Chi vuole approfondire può chiamarmi e ne parliamo, ma non posso tollerare che per accontentare tutti si creano dei “salad shop” dove entri e trovi di tutto, talmente tutto che quando te ne devi ricordare non ricordi niente.

lunedì 3 novembre 2014

L'Accoglienza è Marketing Territoriale


Una città vocata all'accoglienza è una città ospitale, aperta che coinvolge i suoi abitanti, le aziende, gli amministratori al fine di far sentire i forestieri (turisti, viaggiatori, ospiti) benvenuti e ben voluti.

Una città accogliente che dice di puntare sul turismo deve essere abitata da persone accoglienti che sorridono, che rispettano, che si sentano loro prima degli altri viaggiatori nella propria città.

Una città accogliente, quindi, ha alloggi, alberghi e case vacanze accoglienti.

Ha bar e ristoranti che non applicano prezzi diversi a seconda di chi consuma.

Una città accogliente ha i bagni pubblici aperti, profumati e ben gestiti, ha panchine in cui sedersi per rilassarsi o semplicemente per godere del paesaggio intorno.

Una città accogliente ha il wifi gratuito, le aiuole curate, il verde ben tenuto, le strade pulite.

Ha una segnaletica particolarmente curata, piazze, vie e quartieri in cui si incontrano e integrano abitanti e forestieri.

Una città accogliente non si preoccupa di escludere.

Una città accogliente sa parlare almeno inglese. Sa ospitare senza distinzione di stato, sesso o religione.

Una città accogliente può essere fatta solo da cittadini accoglienti. 

Chi non è accogliente, deve imparare ad esserlo se vuole diventare il protagonista di un futuro incentrato sull'accoglienza e sull'ospitalità.

mercoledì 1 ottobre 2014

Regalate il Meglio di Voi Stessi!


Il Benessere genera relazioni, per questo ho scritto il post precedente.

Cosa c'è di male nel regalare il meglio di sé agli altri?

Le relazioni vengono prima delle azioni. Devono accadere. Siamo dotati di razionalità anche per questo e la nostra vita è fatta solo di scambi.

Se non ti relazioni non esisti.

Non puoi essere a senso unico. Non puoi solo ricevere. Non sei nato per questo.

Emozioni e relazioni etiche.

Ho visto aziende illuse di avere una rete immensa perché avevano otto, nove, diecimila affiliati ma con i quali non c'era affatto una vera relazione. Erano solo considerati clienti, polli da spennare. Un po' come si faceva in passato, quando la sovrabbondanza che adesso ci caratterizza si stava formando.

Ancora prima di chiederti quanto è grande la tua rete di relazione, chiediti quanto vale, in termini qualitativi.

sabato 27 settembre 2014

Dal Sapere al Saper Fare, Saper Essere e Benessere


Il Sapere è ricchezza. Ricordo la prima volta che un prof pronunciò questa frase. Oggi sembra scontata, ma forse lo è solo per chi, come me, vi ha basato la propria evoluzione.
Il Sapere è una fonte di ricchezza, un parametro sul quale ci si misura, ci si scontra nel terreno della competitività tra individui nel sociale e tra le aziende nell'imprenditoria.
Dal Sapere al Saper Fare il passaggio è contraddistinto dall'attuazione della tecnica, dalla teoria alla pratica.
Nel Saper Essere, la teoria e la tecnica agiscono non più solo verso se stessi, ma verso gli altri (i collaboratori diretti), la collettività, le nuove generazioni. Il Saper Essere è una continua ricerca che dà valore e senso alla propria esistenza.
Dal Saper Essere al Benessere per conquistare il diritto alla felicità. Un percorso in cui è possibile compiere delle scelte, essere liberi di esprimere il proprio potenziale e poter viaggiare verso la meta della soddisfazione.
Ogni vita dovrebbe basarsi su questa consapevolezza, perché questo Benessere a cui mi riferisco è una condizione indispensabile per sprigionare le energie che servono ad innaffiare la terra del cambiamento. Questo Benessere non è per sempre. Non è che quando lo si conquista non li si perde più. Non è così. Questo Benessere necessita di essere rivisto e alimentato costantemente. Va ricostruito, adattato, rimodellato. Il Benessere non è mai per sempre. Saperlo è il punto di partenza di questa riflessione.  

mercoledì 13 agosto 2014

La Tua Vita è Straordinaria?


Rendete la vostra vita straordinaria.


Questa è una di quelle frasi che ti segnano e che rimangono scolpite nella memoria di ognuno dopo aver visto L'Attimo Fuggente.
Ricordo soprattutto il prof che lo fece proiettare a scuola. Lui ci faceva sognare. Era lui il nostro robin williams.
Poi quando uscivi da scuola c'era la realtà, la famiglia, i compagni di viaggio e quelli con cui si faceva tutto, si scopriva la vita.
E quelle parole di tanto in tanto venivano fuori.
Arrivò la maturità e la voglia di dare un senso al tutto. Arrivarono altri sogni. Alcuni svanivano, altri potevano concretizzarsi.
Il nostro robin williams (il prof) lentamente si trasformava. L'inarrivabile lo toccavi con mano, fino a confonderlo, qualche anno dopo, con la realtà più banale.
Ciò che voglio dire con questo post è che non contano le persone ma ciò che sono e riescono a donarti. È la potenza del loro Essere che rimarrà per sempre e non il peso della loro carne.
Se oggi sono qui a ricordare la mia vita straordinaria è grazie a loro. Al prof che mi spinse ad andare oltre i confini della conoscenza dottrinale e al vero Robin Williams che con quel film mi fece sognare un'altra vita possibile.

Grazie a tutti i robin williams che ogni giorno con il loro Essere illuminano i cammini dei dormienti che, come me, devono sentirsi dire che ogni vita va resa straordinaria.

giovedì 7 agosto 2014

Cambia Menti


Qui non si cambia niente se continuiamo ad agire come abbiamo fatto fino a ieri. Capisco che di mezzo c'è la pagnotta, ma il sistema va cambiato e non alimentato.

Non accettare compromessi. Non permettere a nessuno di usarti come l'ultimo dei pannispugna ideali per pulire e per asciugare. Soprattutto se il Qualcuno lo conosci già, sai la sua storia, hai visto cosa ha fatto nel suo passato.

Unisci davvero le tue competenze per essere un'unica grande competenza. Solo così rimarranno con i loro simili e non concluderanno niente.

Se siamo dove siamo è perché li abbiamo alimentati!

Abbi il coraggio di sfidare lo status quo. Solo così puoi essere un artefice del cambiamento. Se starai al loro gioco non succederà nulla. Nulla di nuovo. Nulla per cui vale la pena continuare a svegliarsi la mattina.

Chiudo con Vasco e una parte della sua Cambiamenti.

"Cambiare tutte le abitudini, eliminare le meno utili e cambiare direzione. 

Cambiare opinione non è difficile, cambiare partito è molto facile, cambiare il mondo è quasi impossibile.


Si può cambiare solo se stessi. Sembra poco ma se ci riuscissi faresti la rivoluzione.

Non avere paura di perdere e pensare che sarà difficile cavarsela da questa situazione"


Attenzione a chi mente con i cambi.

Sentiti un po' responsabile quando sei deluso da ciò che ti circonda. In qualche modo hai contribuito anche tu. Anch'io. Anche noi. Tutti.

lunedì 4 agosto 2014

Pensa al tuo Brand e non a ciò che fai


Mentre fino a ieri il marketing aveva un ruolo centrale nell'affermare un brand, oggi non è più così.
La forza del brand è la sommatoria di azioni di diversa tipologia che spingono tutte verso la stessa direzione, anche e con diverso ritmo e intensità.
Se i consulenti di marketing non capiranno questo, nella migliore delle ipotesi, finiranno per riciclarsi in altri ruoli all'interno delle aziende che fino a ieri hanno seguito.
Per poter gestire il brand, lo devi sentire sulla pelle, lo devi vedere come un tatuaggio invisibile agli altri, lo devi respirare come un ossigeno, perché è ossigeno per quanti lavorano dietro quel brand.
Non è stando dietro una scrivania e lontano dall'azienda che apporti valore al brand. Questo non è possibile. Hai bisogno di intermediari se non alzi il sedere dalla tua poltrona.
Il brand di un'azienda è tutto. Sia per uno studio dentistico che per una pasticceria, per un hotel o per un ristorante, per un avvocato o per un commercialista, per un lavaggio auto o per un meccanico.
Non puoi affidare il tuo brand ad uno a caso, al primo che capita, al grafico di turno che per quanto creativo possa essere non conosce a fondo gli ingredienti che lo compongono. Neanche con il più approfondito dei briefing questo è possibile perché è solo il tempo trascorso nel campo di azione che arricchisce la conoscenza, che stimola le soluzioni, che genera ciò che fino a prima era invisibile.
Già, perché la direzione del successo è una e non è affatto semplice. La visione del brand deve concentrarsi proprio lì dove, per gli altri, c'è solo il vuoto.

mercoledì 23 luglio 2014

Dobbiamo Liberarci dall'attuale Classe Dirigente


Da chi è formata la classe dirigente?
Dagli imprenditori? Dai commercianti? Dagli amministratori? Dai dipendenti pubblici? Da chi? Da chi è formata? Da tutti?

Non è un caso che non inserisco i politici fra questi, perché questi non sono altro che lo specchio della classe dirigente di cui dobbiamo liberarci.

Non possiamo fidarci degli imprenditori che con le loro risorse alimentano il sistema. Di quelli che pagano il pizzo legalizzato (pubblicità, false assunzioni, false fatturazioni per consulenze ecc.).

Non possiamo avere a che fare con commercianti che si spacciano imprenditori, quando sono loro i primi a nutrire il marcio del sistema che non vogliamo.

Non possiamo fidarci degli amministratori che per pararsi il culo o per qualche avanzo di carriera sottostanno ai politici che a loro volta sottostanno al sistema finanziato dagli imprenditori.

Allora non possiamo fidarci di nessuno?

No.

Dobbiamo liberarci da coloro che fino a oggi hanno agito con egoismo.
Senza scendere a compromessi. Nessun compromesso.

Perché è questo l'egoismo che inquina. Che genera paure. Che ci ha portato fin qui. Che lentamente ci ha sottratto ragione e sentimento. E' questo l'egoismo da sconfiggere per rinnovare le nostre stanze. Già, perché non dobbiamo dimenticare davvero che le stanze sono nostre. Rimarranno sempre nostre.

Ci sono due modi di farsi ingannare: il primo è credere in qualcosa che non è vero e il secondo è non credere in qualcosa che è vero (Kierkegaard). 

Dobbiamo liberarci dall'attuale classe dirigente. In tutto e poi anche nella politica.

Sarà mai possibile?

mercoledì 16 luglio 2014

Che Meraviglia! Grazie.


L'abbraccio della foto è per i miei collaboratori. I miei soci di minoranza. 
Già, perché ognuno di loro, per me è veramente un socio, con cui ho preso degli impegni!
E' sempre vero che ogni imprenditore ha i collaboratori che si merita! Ne sono convinto.
Non è un luogo comune per cercare il solito capro espiatorio. Infatti, spesso mi è capitato di sentire questa frase sui politici, sugli amministratori, su chi gestisce.
Io ci credo a quello che scrivo, ne sono proprio convinto, e questi giorni me lo provano. 
I miei collaboratori tutti, dal primo all'ultimo arrivato, sono eccezionali, sono delle belle persone e non lo scrivo solo per piaggeria. Tutt'altro.
I loro ruoli e il loro modo di operare è esattamente quello che ogni imprenditore desidererebbe. Un po' mi vergogno a scriverlo perché so che qualcuno sta già storcendo il naso. Generalmente siamo abituati a sentire l'esatto contrario, ma in questo momento non potrei pensarlo ne tantomeno scriverlo.
Grazie a loro mi sento leggero, più predisposto a nuovi voli, più sereno, più forte.
Con loro anche una brutta recensione la vivo diversamente perché mi fido, la interpreto e diventa un momento di sofferenza condivisa che ci sprona a guardarci dentro per puntare lontano.
G R A Z I E .


sabato 21 giugno 2014

Se non Genera Valore Non Funziona


Il post precedente ha generato reazioni. Speravo che producesse Valore, ma per alcuni non è stato così, per cui ci tengo a precisarti un paio di cose.

Prima: per il tuo progetto d'impresa non puoi far riferimento solo a ciò che senti o a quello che ti dicono.

Seconda: la tua unica preoccupazione deve essere quella di creare valore.

Se credi nella tua attività e in quello che stai facendo, stai sereno, vai tranquillo, ma ricordati che sopravviveranno solo le imprese che creano valore e lo fanno in modo etico.

E' chiaro che se hai fatto qualcosa di stupido o se hai copiato o peggio ancora se hai fatto un'insalata mista non creerai valore. Il valore sarà proporzionato a ciò che hai generato, nonostante abbia impiegato ingenti energie e tempi.

Se scrivo questo post è solo per tranquillizzare chi legge che a me non interessa proprio nulla di chi ci copia o tenta di emulare ciò che abbiamo creato perché la nostra forza è un insieme di elementi non clonabili. Non ripetibili. Questi Elementi hanno nomi e cognomi. Si chiamano Vincenzo, Valentina, Cettina, Sara, Maria. Non sono semplici idee o supposizioni.

Per questo sono sereno sul piano imprenditoriale. Lo sono meno sul piano settoriale, in quanto mi spiacerebbe che di mezzo ci vada il territorio in termini di qualità e servizi erogati.

Scrivo questo perché, se dici di fare un un info point devi convincerti che la tua attività principale sono le informazioni e se lo fai in modo etico informazioni vuol dire informazioni e non veicolare solo chi ti da la marchetta, altrimenti sei solo un mercenario, una prostituta del settore. E se è questo che volevi creare basta essere chiari ma sappi che a me non interessa.

sabato 14 giugno 2014

Come Gestire un Info Point


Premetto al lettore che si tratta solo di un'ipotesi, frutto di esperienze sul campo maturate nel corso degli ultimi dieci anni. Il motivo per cui le scrivo è la convinzione che per poter crescere bisogna fare nuovi errori e non continuare a ripetere errori che sono stati già fatti.
 
Che cos'è un Info Point? Quale dovrebbe essere la sua ragione di esistere? Come andrebbe gestito?

Gli uffici pubblici di informazioni turistiche, gestiti dal comune o dalla provincia, praticamente non esistono e se ci sono non funzionano perché mal gestiti: personale svogliato, carenza di materiale informativo, chiusura nei giorni festivi ecc.

E' tempo di organizzarsi diversamente.


Un Info Point nasce per fornire informazioni a tutti e gratuitamente. A tal proposito ha l'obbligo di informare attraverso il proprio personale, supporti fisici (cartine, guide ecc.) o strumenti informatici (totem digitali, tablet ecc.) quanti si avvicinano per conoscere la città e i dintorni.

Un Info Point, quindi, deve segnalare tutto e non selezionare solo chi è disposto a pagare. O per lo meno questa attività di promozione può essere svolta ma non sotto le vesti di Info Point. Non è Etico. E se il viaggiatore percepisce questo non è un gran bel "servizio".

Un Info Point, prima di tutto, deve essere un punto di accoglienza e non un supermercato di servizi a pagamento,  perché chi entra in un Info Point pretende informazioni, indicazioni, dritte che gli facilitino la visita del luogo in cui si trova.

Un Info Point, purtroppo, non può contare su una redditività capace di soddisfare chi lo gestisce e chi ci lavora, ma non per questo una città accogliente può esserne priva.

Intravedo due strade. 

La prima: tutte le attività che credono nel marketing e nell'economia dell'accoglienza devono dedicare una parte delle loro risorse alla formazione del personale, cosicché possa svolgere anche la funzione di Info Point, oltre a quella per cui è chiamato a collaborare. In questo modo in ogni città accogliente non ci sarà un solo Info Point ma tanti, diffusi nelle varie attività del sistema economico locale.

La seconda: un Info Point con gestione associativa. Una onlus fatta dagli attori che credono nella cultura dell'accoglienza e che a turno con personale proprio possano gestirlo al solo fine di dare un servizio ai viaggiatori, senza scopo di lucro, ma con il solo intento di far sentire il viaggiatore come un ospite aspettato e con il quale condividere i doni artistici, culturali ed esperenziali che il proprio territorio offre.

Tra le due, quale ti sembra la più fattibile?

giovedì 15 maggio 2014

L'Esperienza Fa la Differenza


Quanto riesci a coinvolgere i tuoi clienti?
E' questa la domanda che ti devi porre se vuoi aumentare il valore del tuo marchio.

Ciò che fa la differenza è solo l'esperienza! L'esperienza che farai vivere a chi ti si avvicina.
Oggi è molto importante rendere ogni clienti parte attiva, stimolarlo, vederlo partecipe, soprattutto quando deve comprare qualcosa.

Non è la stessa cosa acquistare un prodotto in uno scaffale di un bel negozio e farlo direttamente nel luogo di produzione.

Quei profumi, quei movimenti, l'atmosfera da laboratorio, gli sguardi di chi lavora, la loro manualità quando vengono percepiti stimolano il bisogno.

E' l'essere protagonisti che ci motiva nelle scelte.

Anche il prodotto più industriale come il cioccolato perugina, acquistato direttamente nello showroom della fabbrica, soprattutto dopo averla visitata ha un altro sapore rispetto allo stesso prodotto acquistato al supermercato.

Questo dovrebbe farci pensare anche nell'ideare e nel realizzare i nuovi punti vendita. Sia sul piano visivo ma soprattutto su quello esperenziale olfattivo e gustativo.

Il fine deve essere quello di far vivere ai visitatori un'esperienza coinvolgente non solo a parole.

Le emozioni sono contagiose e si propagano più efficacemente di qualsiasi altro media.

giovedì 1 maggio 2014

Dobbiamo Commettere Nuovi Errori


Abbiamo troppi schemi. Seguiamo logiche troppo personali scambiandole per dogmi. 
È questo il nostro limite. Per questo non andiamo avanti. Questo ci tiene fermi. Immobili. Imbalsamati. Ben conservati come in bocce di estratto di pomodoro che col passare del tempo diventa più scuro.

Tagliare con il passato non basta. Bisogna tagliare anche con il presente. Non sforziamoci di guardare avanti guardando indietro. Non serve. È li che regnano i preconcetti, gli schemi mentali, i limiti, gli errori. Sempre gli stessi errori.

È tempo di commetterne di nuovi. Dobbiamo fare nuovi sbagli.

Non serve a niente e a nessuno ripetere sempre gli stessi errori.

È arrivato il momento di fare e per fare dobbiamo spogliarci di tutto. Ho scritto tutto. Tutto.

Fin quando utilizzeremo qualcosa del nostro passato rimarremo fermi. Immobili. E ci ritroveremo a commettere sempre gli stessi errori.

Buon maggio.

domenica 30 marzo 2014

La Felicità Non Esiste


Ed eccoti felice di leggere un post che condividi già dal titolo. Peccato che non è vero!
La felicità esiste. Eccome se non esiste. La felicità è un percorso di ricerca. Un progetto personale se vuoi. Abbiamo una vita segnata con un inizio e una fine che spesso non possiamo né decidere né prevedere, ma ciò che possiamo fare è indirizzarla, interpretarla, viverla.
Possono accadere degli eventi condizionanti, ma sono eccezioni.
Ciò che possiamo fare, quindi, è vivere bene: con noi stessi, con gli altri, fra ciò che ci circonda e ciò che sogniamo.
La felicità, così come il suo contrario, è uno stato autoprodotto che si autoriproduce. Siamo noi che decidiamo di essere felici. Selezioniamo le cose che ci fanno stare bene, quelle che ci fanno stare male, poi gli diamo un’importanza e, a seconda dei casi, influenziamo il grado di felicità.

Di sicuro si tratta di una scelta. Potrebbe sembrare egoistica. Apparentemente lo è, ma non è così, perché come ho già scritto in questo altro post per essere reale la felicità deve essere condivisa.

sabato 29 marzo 2014

Sulla Felicità (Nelle Terre Selvagge)


La felicità è una scelta. Non è uno stato d’animo. È una realtà. Ha un sapore. La puoi sentire, vedere perché esiste.
Puoi non ricordarne il sapore perché non l’hai mai conosciuta, o eri troppo piccolo quando ti si è presentata, ma non per questo puoi dire che non esiste.
Per essere reale deve essere condivisa.
Necessita di scambio, di condivisione, di contagio. Che felicità può essere se non è condivisa, se vissuta solo per sé stessi.
Il grado di felicità dipende dall’incertezza, anche per questo non può essere coltivata. Piuttosto deve essere goduta e spremuta, ma soprattutto condivisa.

Oppure puoi decidere solo di cantare con Pharrell Williams:

"Because I’m happy
Clap along if you feel like a room without a roof
Because I’m happy
Clap along if you feel like happiness is the truth
Because I’m happy
Clap along if you know what happiness is to you
Because I’m happy
Clap along if you feel like that’s what you wanna do"


martedì 4 marzo 2014

Scegli e Decidi. Il Momento è Ora.


Alla fine tocca sempre a te decidere. Qualsiasi consiglio, suggerimento, aiuto non ti potrà mai sottrarre dal prendere una decisione. Una scelta che sarà solo tua e che rispecchia tutto ciò che hai fatto fino a quel momento.
E' semplicemente la tua vita e non permettere a nessuno di violentarla.
Non siamo nati per questo.
Decidi, non aspettare se hai già aspettato abbastanza. Scegli se puoi farlo. Se, invece non puoi, cambia strada, affronta le cose da un'altra angolazione, da un'altra prospettiva. Cambia la tua strategia e scegli.
I sogni chiusi nel tuo stomaco usciranno solo sotto altre forme.
I sogni realizzabili risiedono altrove, più in alto, e prendono forma con le scelte che farai.
E le scelte si fanno solo se vuoi.
Non avere paura. Perché a decidere sarai sempre e solo tu. Anche quando credi che non hai altre chances, puoi decidere di cambiare il punto di vista.
Guardare le cose da altri punti ti permette di vedere forme diverse che forse non avevi mai immaginato.
Quindi, sceglie e decidi, perché alla fine puoi agire solo in due direzioni: correre per realizzare i tuoi sogni o correre per realizzare i sogni di qualcun altro.

Buona giornata.

martedì 11 febbraio 2014

Hai Smesso di Fumare?


Troppe domande sulla riuscita di un sogno spesso annullano il sogno stesso. Per realizzare i sogni occorre sognare sempre. Sognare di più. Spostarsi oltre e non porsi limiti. I sogni non possono avere limiti, siamo noi ad essere limitati.
Bisogna sognare anche quando si lavora per realizzarli. E' necessario. Soprattutto se senti dentro che è la cosa giusta da fare, se hai chiaro che quella è la strada da percorrere e che ti condurrà al sogno.
Ciò che conta è concentrarsi e dare tutto per arrivare a quella destinazione.
Non è importante fissarsi sul sogno in se', quello è già chiaro. E' una meta da conquistare e ciò che serve è trovare i migliori mezzi e le rotte più corte per raggiungerla.
Non è detto che toccare i sogni con mano sarà bello, ma ciò che sicuramente conterà di più è la strada percorsa, quel senso di concreto che materializza ciò che fino a quel momento hai solo immaginato.
Durante il percorso farai altri sogni, modellerai il sogno iniziale e gusterai la parte più vera di te.
Viaggiare in direzione del sogno è importante ma non indispensabile, perché il viaggio che ti ci condurrà potrà essere più emozionante. Come ogni gara per un atleta che non si dopa: ciò che ricorderà di più non è quando taglierà il traguardo e sarà il primo ma tutta la forza che ci hai messo per arrivare, quel senso alto dello spirito che lo farà volare sopra tutto e sopra tutti.

Buona settimana Sognatori!

venerdì 24 gennaio 2014

I Collaboratori Sono Sempre Risorse?


I talenti vanno coltivati.
Non è un caso che quando si parla di risorse umane, prima viene il termine risorse e poi umane.
Le risorse umane sono risorse prima di essere umani. Le risorse sono valori e sono esauribili, per cui vanno curate, mantenute, lodate, trattate bene.

Le risorse sono talenti che ti arricchiscono, con la loro presenza, le loro idee, il loro lavoro.
Se non lo fanno non sono risorse.

I talenti, in quanto risorse, vanno anche guidati. Allenati. Accompagnati. Motivati.
Se non lo fai rischi di perderli, ti lasceranno e probabilmente t'impoveriranno anche.

I collaboratori talentuosi sono i tuoi compagni di viaggio e ti accompagneranno nei sogni.

Ai talenti devi spiegare i tuoi sogni se vuoi vederli partecipi.
Devi dargli la possibilità di guidare se vuoi che un giorno possano guidare.

Sarà mai possibile sognare insieme?

Secondo me si, anche se so che non può e non deve essere un gioco alla pari.

Un grande viaggio comincia sempre da casa, dai piccoli passi che ti portano fuori dall'uscio.

lunedì 20 gennaio 2014

Perché Nessuno Investe in Cultura?


Tutto può tradursi in mercato. Tutto ciò che immagini può diventare un prodotto da consumare.
Dipende dal tuo grado di preparazione, da quanto sei bravo a individuare o far nascere nuovi bisogni.
Per esempio un prodotto culturale, se ben progettato, da tutti i punti di vista (di aspetto, di fruizione, di esperienza, di ricordo), è molto più probabile di quanto puoi immaginare che diventi appetibile sul piano dei consumi. Proprio per la sua semplicità o per la velocità con cui puoi consumarlo.
Allora, perché nessuno investe in cultura?
E' difficile rispondere a questa domanda perché tante e facili sono le risposte che si possono ipotizzare.
Secondo me la vera motivazione è una e cioè la non conoscenza, quindi la mancanza di cultura. Nessuno investe in cultura perché ignorando il settore sui cui investire non si possono nemmeno immaginare le opportunità che se ne possono ricavare.
Non si investe in cultura sostanzialmente perché si è poveri di cultura.
Per questo oggi è più facile aprire un bar o una pizzeria da asporto, perché negli ultimi 20 anni ha prevalso solo questa cultura.

martedì 7 gennaio 2014

Verso Nuove Imprese


Le imprese del futuro guardano negli occhi i propri collaboratori, i propri fornitori e la gente che vive intorno a loro. Le imprese di oggi che prospereranno domani sono produttori di senso, perché basano la loro economia sulla conoscenza: senso nel lavoro, senso nel consumo, senso nell'assolvimento dei ruoli assegnati dalle istituzioni. (cit. E. Rullani)

Ma che cos'è questo senso?
Il senso esprime la direzione, il significato, le idee tradotte in concretezza.

Ogni impresa produce conoscenza, linguaggi, valori di varia natura: esperienze sociali, di responsabilità, di partecipazione.

Gli imprenditori e i collaboratori che non trovano significato in queste parole è bene che si chiedano almeno il senso del loro agire quotidiano e della loro collaborazione.

Se non trovano risposte è meglio che cambiano direzione. Altrimenti non avranno Senso!