sabato 9 marzo 2019

C’è la strada in cui credi e il coraggio di andare



A Daniele e Tom. Scrivere pensando a loro, in questo pomeriggio di marzo, non avrei voluto farlo. Quando ascoltai l’intervista di Daniele l’immagine che avevo, nel mio immaginario, era di lui che tornava a casa vittorioso con il sorriso in faccia e in braccio il figlio. Quel figlio a cui dedicò le ultime parole dell’intervista.

“Mi piacerebbe essere ricordato come un ragazzo che ha provato a fare una cosa incredibile, impossibile, che però non si è arreso e se non dovessi tornare il messaggio che arriva a mio figlio sia questo; non fermarti non arrenderti, datti da fare perché il mondo ha bisogno di persone migliori che facciano sì che la pace sia una realtà e non soltanto un’idea, vale la pena farlo”.

“Non ci sono percorsi più brevi da cercare. C’è la strada in cui credi e il coraggio di andare”.

Andare incontro alla libertà è un buon motivo per cui vale la pena vivere.

Non ci sono percorsi più brevi. Ognuno di noi affronta le sue imprese. Possono essere epiche o ordinarie. È soggettivo. Restano comunque delle imprese.

C’è chi crede nei propri sogni e sfida lo status quo e chi aspetta, o peggio ancora pretende, l’aiutino. 

Chi fa impresa può essere un imprenditore come tanti o uno che, davanti ad una scalata da nessuno mai percorsa in salita, da tutti conosciuta come lo sperone della morte, ci dà una bella lezione di vita.

Affrontare uno sperone inviolato vuol dire avere il coraggio di affrontare l’ignoto.

Se per ogni cosa dici: "Lo farei se…" è già mezza cazzata. Cancella il se, altrimenti è imprenditoria di cittadinanza.

Due cose fondamentali ho imparato in questi anni: la differenza tra attività e passività (solo i primi generano energia, i secondi ti portano altrove) e che c’è vita solo sulla fastlane, altrimenti sei parcheggiato.

Non puoi fare la rivoluzione con le risorse degli altri. La rivoluzione di cittadinanza non esiste.

Ogni piccolo cambiamento puoi farlo solo se sei tu il primo a cambiare, anche una piccola parte, un microscopico pezzo del tuo habitat. Cambialo e poi allarga il tuo modo di fare e di agire. Impara le lingue dei paesi vicini e prova a immaginare come conquistare la tuo quota di cuore. Ops, intendevo la tua quota di mercato!

A volte per la fretta di realizzare i sogni si cercano soluzioni in altre fonti, ma ricorda che è importante non perdere il focus. Solo quando le piccole cose hanno conquistato più territori possibili, puoi immaginare altro. 

È giusto che in ognuno di noi ci sia ambizione e voglia di fare, cambiare il micro mondo che ci ruota attorno, ma è altrettanto giusto cominciare a fare, e non rimanere a guardare quello che fanno gli altri in attesa del reddito di cittadinanza.

Vivo in Sicilia e sono la Sicilia che i miei e i tuoi figli erediteranno. Sono un microscopico chicco di caffè nel bel mezzo di una montagna di tè, ma voglio cambiare questa terra. E’ un impegno che ho preso con me stesso da quando sono ritornato.

Non mi candido in nessun partito, non mi interessa e non ho intenzione di partecipare a nessuna competizione elettorale, ma voglio un cambiamento che dal mio cuore possa partire e diffondersi in ogni dove, senza limiti, senza confini, senza orizzonti.

Il fuoco diventa sempre cenere e un giorno lo diventerò anch’io e voglio essere disperso nell’aria. 

Sarà la volta buona che contagerò qualcun altro?