sabato 31 dicembre 2011

Imprenditoria Sostenibile


Nel 2012, oltre al mio lavoro di consulenza, sarò impegnato in tre progetti di imprenditoria sostenibile.
Ma che cos’è l’imprenditoria sostenibile?
Non so se esiste una definizione da manuale e se c’è non mi sono neanche sforzato di cercarla. Per cui vi scrivo come la interpreto io.
L'Imprenditoria Sostenibile è un modo di fare impresa che non ha come unico e prioritario fine il profitto, ma la diffusione del benessere sociale ed economico sia al proprio interno (fra i soci, i partner, i collaboratori, i dipendenti), che all’esterno (fornitori, partner, imprese dell’indotto).

L’Etica, intesa come un corretto e trasparente comportamento, e il Benessere, inteso come massima valorizzazione dell’essere, sono le due parole chiave che stanno alla base dell’imprenditoria sostenibile.

Oggi è un giorno speciale perché oltre ad essere la fine dell’anno, per me si conclude anche una stagione. 
Più che una fine lo immagino come un inizio. Veramente!

Voglio augurarmi e voglio augurare a chi mi starà accanto di riuscire in questa nuova impresa. 
La riuscita dipende solo da Noi. 
Solo chi è in crisi (dentro) subisce la crisi. Gli altri la interpretano, la elaborano e la cavalcano con la forza della conoscenza. E noi siamo gli altri, altrimenti non saremmo qui.

Buon 2012!

venerdì 30 dicembre 2011

Vetrine di Tristezza per Scicli Arte in Vetrina


Quella che, nel periodo pre-natalizio, doveva essere un’iniziativa di marketing volta a stimolare potenziali consumatori, si è rivelata l’ennesimo flop.
Con il coinvolgimento degli artisti del Gruppo di Scicli, i quali sono stati al gioco di esporre una propria opera all’interno dei negozi del centro storico, si voleva realizzare una sorta di mostra itinerante come attrattore per visitatori, intesi come potenziali clienti.
L’operazione che prendeva palesemente spunto da altre iniziative culturali (vedi GAF) non ha avuto il successo sperato.
Le motivazioni sono tante, prima fra tutte che era priva di marketing.
Di culturale c’era ben poco.
Di originalità la totale assenza.
Di interessante, bho!
Di coinvolgente niente.
Quindi?
Sembra una mera speculazione nei confronti del Gruppo diScicli che farebbero meglio a valutare bene certi progetti.
Quei quadri in vetrina sono di una tristezza unica. Fuori luogo. Privi di appeal. Sembrano dei calendari messi lì tanto per colorare. Non fanno neanche vetrina perché incoerenti con l’esposizione e con la logica del fare vetrina. Il passante deve sforzarsi per intravedere un’opera d’arte fra pantaloni, scarpe, profumi e cianfrusaglie di ogni genere.
Un’operazione senza anima, senza sostanza, senza senso!
Questo è un mio personalissimo parere che scrivo solo perché ogni volta che passo davanti ad una di quelle vetrine continuo a chiedermi:
-          Ma perché sprecare inutilmente risorse, energie e speranze (di chi crede che questo modo di fare sistema funziona)?
-          Perché non si fanno le giuste valutazioni?
-          Perché non contattare chi di iniziative simili ne ha già fatte in passato, con risultati notevolmente superiori?
-          Può un bellissimo quadro su un treppiedi in mezzo “all’impossibile” essere un attrattore?
-          È questo il giusto modo per stimolare gli acquisti?
È vero che criticare è molto più facile che fare, ma tra fare in questo modo e non fare forse sarebbe meglio non fare. Ammettiamolo.
Se poi la voglia di fare è più forte di quella del non fare, allora perché non rivolgersi a chi sa fare bene il proprio lavoro?

Nella foto, una Marina di Piero Guccione, il maggior esponente del Gruppo di Scicli

venerdì 23 dicembre 2011

Non Improvvisare. Consiglio per Manager in Carriera


Tra i comandamenti che il buon manager dovrebbe rispettare sempre vi è Non Improvvisare.
A tal proposito, non posso non citare le parole di Gesù nel vangelo di Tommaso:

Se tiri fuori ciò che è dentro di te,
ciò che è dentro di te ti salverà.

Se tiri fuori ciò che non è dentro di te,
ciò che non è dentro di te ti ucciderà.

L’improvvisazione porta a tirare fuori ciò che non hai dentro, per cui se improvvisi sei destinato a morire professionalmente.

Può capitare che qualcuno ti offra un ruolo importante, una posizione di spicco che ti gratifichi (socialmente e economicamente) ma se sai di non esserne all’altezza, perché non hai gli strumenti conoscitivi o perché è un settore diverso da quello in cui hai operato finora, non puoi permetterti di accettare.
Dentro di te, lo sai sempre Se Puoi.
Rischiare fa parte del gioco, ma improvvisare è un po’ come giocare con le "facce" degli altri e con certi ruoli, in certe aziende, non è possibile farlo perché rischi di creare buchi insostenibili, ma soprattutto di bruciarti professionalmente.

Quindi prima di dire Si, poniti almeno queste tre domande:

-          CONOSCO BENE IL SETTORE OGGETTO DEL MIO INTERVENTO?
-          HO LE COMPETENZE NECESSARIE?
-          CI SONO DEI COLLABORATORI CHE MI POSSONO SUPPORTARE?

Solo dopo aver trovato risposte che ti soddisfino, che ti fortifichino, che ti diano sicurezza, puoi cominciare a pensare se accettare. Altrimenti non lo fare!

Ultimamente spesso ho detto di No.
Situazioni interessanti e ruoli di prim’ordine che ho rifiutato, senza neanche riservarmi di pensarci, perché da subito ho riconosciuto i miei limiti. 
All’occhio degli interlocutori sarò apparso stupido, forse presuntuoso o forse miope, chissà? 
Chiedo scusa per questo, semmai leggeranno questo post.
In realtà, so che lo leggeranno, quindi sappiate che sono stato Me stesso, trasparente e consapevole che le vostre proposte (diverse per settori e tipologia di interventi) pur essendo allettanti non mi hanno convinto.

mercoledì 21 dicembre 2011

A Me questo Natale Non mette Tristezza


Anche se respiro poco quell’aria magica e classica del natale. Ho fatto l’albero con mia figlia e mi è piaciuto un sacco. Mi scoccia andare in giro, uscire, ma questo da sempre. Preferisco stare a casa in famiglia o con gli amici.
Eppure le facce della gente non sono allegre. Le teste sono chine. Tutti stanno subendo. Gli sciacalli si moltiplicano. Sembriamo in un film di fantascienza in cui l’umanità si è convinta di aver perso la propria battaglia contro il Male.
E non è la solita retorica!
Guardati in giro anche tu e dimmi se non è vero.
Non hai più voglia neanche di comprare un regalo.   Lo fai solo perché devi e si vede da ciò che compri. Entri ed esci dai negozi in cerca di un’idea e senza niente in mano. Le offerte dei panettoni non ti sorprendono più.
Ma questo lo chiami natale?
Questo non è il mio natale.

Ogni natale è gioia perché è una novità, è una vita nuova. Il natale è un progetto che nasce, un qualcosa che prima non c’era. Il natale è il passo che precede la felicità.

Ma la felicità la crea anche la soddisfazione, la realizzazione di un desiderio. La felicità, nel vivere quotidiano, la crea lo stipendio che ricevi dopo aver lavorato, la guarigione dopo una malattia, un abbraccio al tuo arrivo, l’arrivo dopo una lunga corsa con Peppe.

Smarcatevi dalla tristezza partendo da voi stessi. Da quello che siete, da ciò che sapete fare, dai vostri sogni. Qual è la vostra specialità e quanto tempo gli dedicate. 
Ovvero quanto tempo stai dedicando a ciò che ti piace fare. 
Quanta energia ci stai mettendo.

Ricordati sempre che un effetto è generato sempre da una causa.
Quindi non pretendere tanto da una cosa a cui hai dato poco. Non pretendere il cambiamento se non lavori per ottenerlo.

Retorica. Banalità. Stupidaggine. A caldo puoi chiamarla come vuoi. A freddo quando recepirai, assimilerai ed elaborerai il concetto ti ricorderai di questo post.

Vasco scriveva per Irene Grandi, qualche anno fa,

Prima di non essere sincera
Pensa che ti tradisci solo tu
Prima di pretendere qualcosa
Prova a pensare a quello che dai tu

Il principio di causa e effetto governa la nostra vita, dal nostro natale a tre giorni prima della nostra pasqua.

Auguri.
Che questo natale possa essere il tuo inizio.

lunedì 19 dicembre 2011

Idee Regali per il Natale



Una parte importante del mio lavoro quotidiano è fatto di numeri, statistiche, trend. Anche per questo blog sto attento a ciò che succede: pagine visitate, numeri di lettori, provenienze, parole chiave utilizzate.
Insomma, applico le regole del marketing sul mio stesso lavoro di marketing.
Fra i post più letti di queste ultime settimane, sarà per il natale alle porte, vi è L'Arte di Non Ricambiare i Regali che puoi leggere per intero cliccando qui.
Se, invece, ti accontenti di un estratto continua a leggere.

Regalare qualcosa è sempre un evento. Un momento unico in cui l’emozione di un acquisto si trasforma in emozione per chi riceve quel dono.
Se poi il regalo è memorabile, il suo valore aumenta al di la di ogni riferimento economico che gli si possa attribuire. 
Regalare per ricambiare è quanto di più falso ci possa essere in tema di doni.
Eppure è quasi naturale. Se per il giorno del tuo compleanno ricevi qualcosa, fai di tutto per ricordatene al momento opportuno, per ricambiare.
Se ti invitano a cena, ti senti obbligato a portare il vino. E così via. 
Ricambiare un regalo come dovere annienta il piacere di fare e di ricevere. Perché comunque chi riceve un regalo ricambiato percepisce che non è un dono, ma una reciprocità. 
Voglio esagerare. 
A un amico doni il tuo tempo, a volte un regalo, un consiglio. 
A un “non amico” no, non regali neanche un sorriso. 
Ricambiare un regalo per dovere equivale ad un rapporto con un “non amico”. 
Abbiamo veramente bisogno di tutto ciò? 
Impariamo ad accettare, a ricevere e a donare. 


Probabilmente sei finito qui per caso, perchè non avevi idee ed hai digitato su google le parole che compongono il titolo di questo post. 
Se è così ho vinto io per almeno due motivi: il primo perchè ti ho comunicato il mio pensiero sui regali in generale, il secondo è definibile come una vittoria di web marketing. 
Se, invece, non è così puoi continuare a seguirmi su facebook o su twitter. Ciao.

venerdì 16 dicembre 2011

La Fine dell'Ipercoop a Ragusa


Solo tre anni fa sembrava l'inizio di una nuova era. L'arrivo dell'Ipercoop a Ragusa faceva preoccupare e non poco i concorrenti. Faceva sognare chi era in cerca di occupazione. Lasciava ben sperare i consumatori perennemente in cerca di offerte.
Un colosso della GDO sbarcava nella provincia più a sud d'Italia. Un gigante dell'alimentare, con reparto specializzato nella distribuzione di farmaci da banco, elettronica, elettrodomestici, abbigliamento, puericultura, fai da te, libri, musica, giochi, arredamento, ecc.
Un Gigante.
Un gigante dai piedi di marmellata, scrivo oggi.
Dopo il primo anno chiude il reparto dedicato alla parafarmacia, poi è la volta della pasticceria. Al secondo anno la superficie di vendita viene ridimensionata per far posto ad un altro negozio in parte concorrente stesso di Ipercoop. Da pochissimo stanno ridimensionando ulteriormente l'area vendite.
E per chi guarda dall'esterno queste involuzioni sembrano, come si suol dire, ultime spiagge.
In questi giorni mi è capitato tra le mani il loro giornalino di Natale e se lo paragono a quelli dei primi anni sembra proprio un'altra cosa: scarno, povero, pochissime pagine, niente elettronica (che a Natale è sempre trainante).
In due parole: La Fine.
La fine di un'era, di un progetto imprenditoriale, di un agglomerato commerciale.
Le motivazioni di questo fallimento sono tante e fra queste non può mancare certamente la crisi e la conseguente riduzione dei consumi, ma di sicuro una certa responsabilità va ricercata nella posizione geografica poco felice e lontana per tutti (ragusani della città e della provincia), nell'assenza di un parcheggio coperto che, in inverno per il forte vento e in estate per il sole cocente, scoraggia le famiglie.
Ma anche nel format, e cioè il modello del centro commerciale proposto, sempre uguale, con gli stessi negozi, oggi è forse troppo inflazionato, ha stancato.
Quindi mi chiedo cosa spinge altri imprenditori a percorrere ancora queste strade.

mercoledì 14 dicembre 2011

Integrare la Destra e la Sinistra


Dovete essere delle persone intere e non parziali. 
Dovete integrare le due parti del cervello: la parte sinistra che è il luogo della razionalità, della matematica, della logicità, della sequenzialità e la parte destra che è il luogo della creatività, della simultaneità, dell’armonia.

martedì 13 dicembre 2011

Quanto Artista c'è in Te?



Gli artisti sanno guardare oltre, si mettono in gioco, hanno coraggio, riescono a far cambiare il punto di vista di chi riceve la loro arte. 
L’arte non è tecnica ma cambiamento. 
È emozione. 
È rischio. 
È bellezza donata.


Nella foto, un'opera di Franco Sarnari, 2011

mercoledì 7 dicembre 2011

Da Soli Non si Vince


È provato, ormai da tempo, che in gruppo si vince di più e più a lungo. Infatti mentre chi decide di sfidare l’avversario da solo è destinato ad essere, nel lungo periodo, un perdente; chi lo fa in gruppo ne esce più forte e motivato.
In gruppo si coopera. Da soli ci si scontra. E la differenza non è poca.
Le due situazioni prevedono modi pensare e predisposizioni diverse. Questa è la Teoria dei Giochi ma è applicabile anche al mercato, o più in generale, al mondo imprenditoriale.
I risultati ottenuti non devono impoverire qualcun altro. 
Ognuno di noi, ogni cosa è parte del Grande Tutto, perciò non possiamo pensare di arricchirci a scapito di altri. Non è positivo!
NON FARE agli altri ciò che NON vorresti facessero a TE e soprattutto FAI agli altri ciò che vorresti facessero a TE.

martedì 6 dicembre 2011

Slow Sicily un Network per Eccellenze


È dicembre ed è tempo di bilanci.
Le cose più belle che mi sono successe, i lavori più interessanti, le persone conosciute, i nuovi amici e le imprese che ho visto nascere.
Fra queste c’è sicuramente Slow Sicily e della sua forza scriverò.

Slow Sicily è una Filosofia di Vita, un modo di Essere e di Viaggiare, è Ricercare. E mette in luce i suoi valori attraverso un network di portali tematici che hanno il fine di promuovere le piccole eccellenze siciliane del settore ricettivo, ristorativo, dolciario e dei servizi in genere
È vero che il termine slow può essere associato a Slow Food, ma è altrettanto vero che il cibo è solo uno dei settori che Slow Sicily tratta.
Dal mangiare al dormire, dai monumenti poco conosciuti ai paesini invisibili ai siciliani stessi, dai profumi selvaggi ed autentici ai colori che dipingono i paesaggi fuori dai tradizionali circuiti turistici. Questo è ciò che Slow Sicily propone ai viaggiatori e alle piccole aziende siciliane che producono beni e servizi.
Cercare una propria dimensione ed esserci, in un mercato sempre più governato dalla logica delle offerte e della qualità industriale, è diventato parte del lavoro stesso per tutte quelle piccole realtà produttive che ogni giorno disegnano la storia dell’isola.
Slow Sicily nasce per aiutare, in termini di visibilità, queste piccole aziende che credono nelle loro passioni, e per metterli in contatto con i viaggiatori della Sicilia, quella vera e autentica.
Tutto ciò che in Sicilia è lontano dalle leggi della globalizzazione è vicino a Slow Sicily.
E' interessante sul piano comunicativo una breve parentesi sull'identità degli Slowers.
Come si legge nel Manifesto, gli Slowers sono coloro che condividono la filosofia di Slow Sicily: persone (viaggiatori) e aziende (viaggiatori che producono beni e servizi) eticamente corretti e rispettosi che coltivano la passione per il bello e il buono, il puro e l’autentico. Rispettano la terra, la natura, il paesaggio, la cultura, le tradizioni, l’arte dei luoghi in cui vivono. Rispettano l’interscambio e lo interpretano come un arricchimento reciproco.
Come non essere felici di tutto ciò!
In bocca al lupo ai fondatori dell'impresa e a quanti ogni giorno si reinventano a favore delle loro passioni e dei loro sogni.  

venerdì 2 dicembre 2011

I Tuoi Clienti Vengono per Te


La novità di oggi è che le piccole e medie imprese stanno soffrendo tutte. 

Subiscono il calo dei consumi, la concorrenza, le grandi aperture che continuano nonostante tutto. Vedono restringersi i propri margini e alla fine del mese nonostante il centellinare i conti non tornano.
Siamo tutti PMI e non ci sono i segreti del grande oltre per resistere.
Ciò che conta principalmente risiede in te, nella tua Specialità, in quello che fai e come lo fai. 
Attenzione non è la solita menata sulle proprie responsabilità.


In cosa sei speciale? In cosa la tua azienda può fare veramente la differenza?
Se non sei leader nel tuo mercato di riferimento o se non applichi il prezzo più basso, l'unica carta che puoi giocarti è ESSERE DIFFERENTE a favore dei clienti.
Loro non vengono da te mai (o quasi mai) per il prodotto che vendi, quello lo trovano ovunque e magari ad un prezzo più basso del tuo. 
I clienti vengono nel tuo negozio perché sanno chi trovano (la tua etica, i tuoi modi di fare, di risolvergli i problemi, il tuo venirgli incontro nei pagamenti, la tua storia), si fidano di te perché tu ti fidi di loro (e gli dai in prova ciò che desiderano).
E poi perché ci sono i tuoi collaboratori, li conoscono per nome, di alcuni hanno anche il numero di telefono. 
Vengono da te perché li coinvolgi, gli chiedi di loro, della famiglia, li rende più sicuri, li fai stare più tranquilli.
Ricordati queste cose ogni giorno che un cliente valica la tua porta o lo incontri per strada, al bar, o ti telefona. Ma ricordati anche dei collaboratori, di quei pochi, che ogni giorno con la loro faccia portano avanti il nome della tua azienda.