venerdì 30 settembre 2011

Zagara Nera: Una Storia da Raccontare


Tutto è cominciato un anno fa, a settembre, con l'avvio di un progetto di collaborazione con Enzo Antoci, proprietario del ristorante Barbecue e della pasticceria Cremia. Fra gli obiettivi prefissati anche il lancio di un nuovo prodotto. Ci vuole passione per farlo in un periodo come questo ed Enzo, per fortuna, ne ha da vendere.
In questo post tralascio volutamente i dettagli tecnici per romanzare un po’ la storia.
L’idea di base era inventare una nuova torta, una storia di ingredienti semplici ed autentici capaci di dargli una forte personalità. 
Da qui alcune sperimentazioni intorno a tre elementi di base: il cioccolato, la ricotta e l’arancia.
Era Novembre e dopo i primi tentativi, la torta cominciava a prendere forma. Non aveva ancora un nome, per questo tutti la chiamavamo l’Innominata.
Dopo un paio di settimane di "prove interne" era necessario testarla, per cui servendoci dei clienti del ristorante, abbiamo cominciato a servirla offrendola come omaggio della casa a fine pasto. Il nostro intento era sapere il loro parere, le loro impressioni e come l'avrebbero chiamata. Per cui attraverso un questionario gli abbiamo chiesto le loro sensazioni, i giudizi sugli abbinamenti e quale nome li ispirava.
Dopo aver raccolto ed elaborato più di cento pareri validi, abbiamo apportato delle variazioni tecniche al prodotto: è stato alleggerito di alcool, scaricato di zuccheri e arricchito di una glassa di cioccolato fondente a specchio. Non solo. Grazie ai suggerimenti dei "degustatori" abbiamo stilato una serie di nomi, fra cui quello scelto, coniato da una cliente veramente ispirata. Così è nata Zagara Nera.
Quindi, insieme ai ragazzi di Kreativamente, abbiamo cominciato la ricerca grafica. Lo studio del logo, del packaging e della campagna di lancio.
Il primo passo è stato fatto lo scorso giugno, spedendo un’informativa a quanti hanno compilato il questionario, ringraziandoli per aver contribuito alla realizzazione della torta e pre invitandoli alla presentazione ufficiale di settembre.
A chi ha coniato il nome, invece, oltre all’invito personalizzato, gli abbiamo recapitato una torta con i dovuti ringraziamenti.
E adesso che siamo a fine settembre, dopo quasi un anno di lavoro e la collaborazione di tante persone, siamo pronti per il lancio.
Sabato Primo Ottobre alle 19 al Palapianetti di Ragusa ci sarà la presentazione ufficiale con una mega degustazione.

Lasciati tentare anche tu.
Zagara Nera ti aspetta.

Un ringraziamento di cuore a quanti sono stati coinvolti nel progetto.
Salvatore Occhipinti e Enzo Antoci, i pasticceri.
Claudio Licitra, Maria Angela Guastella e Tiziana Antoci, per aver “corrotto” i clienti del Ristorante.
Giovanna Raniolo per aver coniato il nome.
Emanuele Cavarra e Elvira Di Mauro per aver impreziosito la torta con la grafica.
Fabrizio Lonatica per averci ospitati al Palapianetti.
Viviana Sammito per essersi prestata anche al ruolo di presentatrice.
Grazie a tutti i clienti del Barbecue che hanno assaggiato la torta e poi compilato il questionario.
A tutti i ragazzi e le ragazze che hanno prestato anche un solo istante del loro tempo per la riuscita dell'evento. 

giovedì 29 settembre 2011

Benedetta Passione!


Tutto nasce dalla passione. Tutto.
Se hai passione per qualcosa la riconosci perché ti emoziona ogni volta che ne parli. Senti quel fuoco che dal tuo cuore si espande allo stomaco e illumina gli occhi (che tu non puoi vedere, ma gli altri si!).
La passione ti muove, ti indirizza, ti fa decidere. NON TI FA SBAGLIARE!
Se la passione non fa questo vuol dire che non è passione.
La passione è vita, per questo deve travolgere la tua vita. 
Una vita senza passione è meccanica pura. È routine. È voglia di scappare. 
Una vita senza passione non è vita.
La passione si scopre. 
Devi cercarla, tra i sogni che sognavi da bambino. 
Tra le cose che riempivano i tuoi desideri da adolescente. 
O tra ciò che ti fa titillare l’anima da adulto.
Lo si sente il titillio dell’anima. Eccome se si sente. È quella sensazione che ti solleva, che quando cammini ti fa alzare la testa, che ti fa sentire immortale...
Tutto nasce dalla passione. Dalla vita alla felicità.
Cercala, riconoscila, coltivala e allenala.
È il tuo dovere di vita.

domenica 25 settembre 2011

Felicità = Libertà



"Il capitale è un mezzo, non un fine. Il fine é la libertá per tutti. La vera chiave per risolvere i problemi del mondo è una leadership che riconosca ed accetti il concetto di responsabilità universale" 
Quando ho letto questa frase del Dalai Lama, oltre a condividerla in pieno, mi sono fermato sul concetto di responsabilità e sulla sua composizione: Respons (RISPOSTE) e abilità (ABILI).
Quali abili risposte forniremo al mondo. Ai nostri figli. Alle generazioni che verranno. 
Mi guardo attorno, mentre passeggio per le vie di Scicli e ammiro ogni giorno con nuovo stupore il gusto dei nostri avi nel voler realizzare palazzi e chiese dalla forte personalità. Scorci di vie che, se paragonate alle tristi periferie che "colorano" la città, sembrano tirate fuori da opere d'altri tempi.
Quali abili risposte potremo mai fornire in tema di libertà.
Si, è vero posso scrivere in questo blog, puoi leggere questo blog, ma quanta libertà c'è in tutto quello che fai?
L'unico metro che misura la libertà è la felicità.
Se non sei felice non sei libero.
La felicità è una conquista ed io sono sulla buona strada. E tu? 

giovedì 22 settembre 2011

Il Punto Vendita Deve Comunicare


Nella via più storica hanno aperto una piccola bottega specializzata nella rivendita di prodotti tipici. Si tratti di un format pensato e realizzato anche in altre città del Sudest.
E' fornita di specialità che spaziano dal vino ai dolci, dal cioccolato alle conserve e chi più ne ha più ne metta... un bell'assortimento per turisti ma anche per curiosi del luogo che vogliono regalare o regalarsi qualcosa di tipico e artigianale allo stesso tempo.
L'idea c'è. Mi piace.
Purtroppo ci sono alcune cose che vanno migliorate, altrimenti temo che alla prossima stagione non ci arriveranno. Non è una gufata ma un'analisi superficiale e soggettiva delle spese che sostengono (affitto, energia, telefono, pulizie, personale ecc.) in relazione alla pedonabilità del punto vendita.
Suggerisco dei piccoli interventi di comunicazione che potrebbero migliorare notevolmente il "prodotto" nel suo insieme e che allo stesso tempo possano servire da "input" per un'auto analisi alle aziende che seguono questo blog.
Partiamo dall'impatto esterno.
All'ingresso mancano delle piante e dei vasi fioriti. Una nota di colore rallegrerebbe il contesto che al momento si presenta freddo e poco attraente. Anche un tavolinetto esterno o un espositore verticale che fungano da vetrine non sarebbero male.
C'è un piccolo totem ma non basta, anche perché è distante e poco visibile. In questi giorni, a causa del forte vento, è stato legato con un filo che lo rende ancora meno gradevole.
All'interno.
La sensazione del passante è quella del vuoto, o meglio di un modesto assortimento. In realtà non è così, ma l'esposizione nel complesso e i colori degli interni non danno visibilità ai prodotti. Li oscurano un po'.
La scrivania dotata di cassa e computer è proprio davanti alla porta d'ingresso ed occupa un posto di primo piano. Pertanto, i passanti, da lontano e da vicino, è la prima cosa che notano. I ragazzi che vi si alternano avendo poco da fare (con i clienti del negozio) passano molto tempo davanti al computer (mi auguro per lavoro), di conseguenza i curiosi possono essere scoraggiati ad entrare per non disturbare...
Suggerisco quindi di spostare la scrivania, a destra o a sinistra rispetto all'ingresso, preferendo in quello spazio una ricca e invitante esposizione.
Infine, sarebbero interessanti altri due interventi: uditivo e olfattivo. Stimolare i passanti con degli odori che richiamano il cibo e i prodotti proposti e con delle musiche etnico siciliane (tipo Agricantus) potrebbe servire da invito.
Mi rendo conto che delle proposte, la più difficile da attuare è quella olfattiva ma con certi fornetti si riescono a fare miracoli.... capaci di far percepire che dentro c'è veramente qualcosa che "sa di buono".

martedì 20 settembre 2011

E' Difficile se Non lo Fai


Lo so che è difficile essere propositivi davanti a gente mediocre, ma è solo insistendo che li puoi migliorare. Se sei sicuro, se il tuo cuore te lo fa credere non aver paura. Insisti. In fondo ci siamo detti di voler innalzare il livello di mediocrità che ci circonda.
Lo so che in un periodo come questo è difficile far tutto, ma credimi è più facile provarci ed uscire dal gregge piuttosto che accettare di rimanere in fila impassibile. Provaci. Non aspettano altro che la tua forza, il tuo talento. Mettilo a disposizione.
Lo so che è difficile rifiutare il certo per il nulla (ho scritto nulla e non incerto), ma se hai talento, e sono sicuro che ognuno di noi ce l'ha, prendi l'iniziativa e mettilo al servizio degli altri.

La felicità è un sentimento che si autoriproduce.
Sii felice e farai felici anche gli altri.
Fai felice gli altri e tu lo sarai di più.

sabato 17 settembre 2011

Essere o Dipendente?


Che il successo dipende dall'impegno, lo ha scritto Sofocle, ma che l'impegno non sempre garantisce il successo è un dato di fatto che oggi più di ieri sembra trasparire dagli sguardi che poco illuminano il viso delle nuove generazioni.
Con questo non voglio dire che impegnarsi è superfluo. Tutt'altro! Sono d'accordissimo con Sofocle. Accontentarsi, per esempio di un posto ereditato dal genitore, svilisce l'Essere e il senso dell'impegno in barba a quanti hanno trascorso anni dietro ad un concorso...
Questo per dire che è un problema di meritocrazia.
Non viene premiato il migliore!
E questo sta generando da qualche anno il trionfo della mediocrità.
Anch'io mi sento mediocre in questo momento per le cose che sto scrivendo.
La mia però non è un'esternazione semplicistica, ma una riflessione più ampia che abbraccia e coinvolge tutto il sistema. Infatti è proprio per l'assenza di un sistema meritocratico che ci troviamo ad essere governati da incapaci, che si è perso il senso dello Stato, che la fuga dei cervelli è inarrestabile, che non nasce una nuova classe dirigente... e di certo a risolvere i problemi dei ceti meno abbienti non può essere un Presidente del Consiglio a tempo perso.
E' arrivato il momento di Essere, perché solo chi E' pronto a sfidare lo status quo, può generare un Cambiamento.
Vuoi continuare a guardare girare i tuoi pollici o ti convinci una volta per tutte che il tuo destino non è altro che il futuro pensato, disegnato e voluto solo da TE.
 

giovedì 8 settembre 2011

Tranquillity. Un Ritual.


Tranquillity è un ritual che comincia con l’apertura della porta della sala dedicata, dove ti aspetta un lettino, degli asciugamani arrotolati, una musica coinvolgente e delle luci soffuse. Tanti sono i petali di rosa che sembrano piovuti da un improbabile cielo color porpora.
Tanta è l’arte che ti avvolgerà lentamente da questo momento in poi…
Tranquillity è l’aroma degli oli essenziali che dalle mani di Maria si propagano intorno. È necessario chiudere gli occhi sin da subito. Anzi è obbligatorio farlo, perché tutto deve essere percepito sensorialMente.
L’immaginazione e la fantasia devono avvicinare il corpo alla mente. Solo così ci si può abbandonare. Solo così ci si può riappropriare della propria essenza (chiamala energia, se vuoi).
Occorreranno pochi minuti e tanta volontà per staccarsi dai pensieri del quotidiano, della vita reale e immergersi in questo viaggio di tranquillità. Un viaggio di solo andata che dura quasi due ore e che scivolerà piacevolmente come l’asciugamano che ti copre.
Finalmente ho capito la differenza fra ritual e massaggio!
Il massaggio è un esercizio fisico delle arti sul corpo che genera un momentaneo benessere.
Il ritual è molto di più.
È l’ambiente preparato ad hoc, è la musica, le luci soffuse, le essenze, gli oli, le pennellate sul viso e l’acqua calda che gocciola lentamente su tutto il corpo.
Se non provi la sensazione di rimanere sospesi tra il lettino e la tua stessa energia, non ti sei abbandonato.
Tenere gli occhi chiusi è un dovere anche nei confronti di chi il ritual lo interpreta da protagonista. E Maria è un'artista che non sbaglia un movimento. Intorno al lettino si muove come in una danza che moltiplica gli arti: le sue mani diventano più di due e gli strumenti generano magie che risalgono il corpo dai piedi alla testa.
Tranquillity non è semplicemente il nome di questo ritual ma un trattamento fatto di piacevoli coccole e carezze che diventano frizioni, energia e benessere sia per il corpo che per la mente.

venerdì 2 settembre 2011

Indicatori sullo Stato di Salute di un’Azienda



Se devi fare un acquisto - che sia importante o meno non conta – ci sono degli indicatori che puoi utilizzare per capire se ti sei rivolto ad un’azienda seria, affidabile e con un buono stato di salute.
Questo potrebbe non interessarti, tanto se ti serve un prodotto, vai in un negozio, entri, scegli, paghi e te lo porti a casa. Ma non sempre funziona così, soprattutto se devi acquistare mobili, grandi elettrodomestici, una barca, una moto, un’auto… o più in generale, cose non facilmente trasportabili.
Pertanto, ho analizzato una serie di aspetti che nel complesso possono essere considerati, così come riportato nel titolo, indicatori sullo stato di salute di un’azienda.
Ti possono servire per fare un’analisi dell’azienda a cui ti sei rivolto, ma se sei un’azienda ti possono servire per fare un’auto-analisi.
  •           Accoglienza. All’ingresso c’è sempre qualcuno pronto a sorriderti e a darti il benvenuto, accompagnandoti personalmente nel posto o nella persona che deve aiutarti. Se te lo indica o semplicemente te lo dice, senza neanche guardarti negli occhi, l’azienda ha qualcosa che non va.
  •           Esposizione. Questa deve essere ben curata, ambientata, scenografata. Se non segue una logica facilmente interpretabile (per tipologia, per prezzo, per marchio ecc.), o peggio ancora, se presenta sottili strati di polvere, l’azienda ha qualcosa che non va.
  •           Il Venditore. Deve accoglierti, presentarsi (con il proprio nome) stimolarti al dialogo per conoscerti, quindi, deve farti parlare, capire chi sei, quali sono i tuoi bi-Sogni, per quale problema da risolvere sei andato lì. Deve metterti a tuo agio per entrare in sintonia e parlare la tua stessa lingua… Se, invece, ti tratta come un cliente, interrompendo la conversazione per rispondere ad altri clienti, o a colleghi o al telefono (peggio se è il suo cellulare), l’azienda ha qualcosa che non va.
  •           Anagrafica. Se è la prima volta che ci vai e ti chiedono i dati per compilare la Tua scheda è un’azienda Ok. Se ti lasciano andare via senza sapere chi sei, anche se non hai concluso, o, peggio ancora, se dopo la seconda volta che ci vai non sanno chi sei, l’azienda ha qualcosa che non va.
  •           Cassa. Laddove la funzione è svolta separatamente deve garantire: velocità nei pagamenti, assenza di fila, brevi tempi di attesa, discrezione assoluta, un cassiere calmo, disponibile e sicuro. Se pecca in 2 dei fattori elencati, l’azienda ha qualcosa che non va.
  •           Customer Care. Se quando arrivi a casa ed hai bisogno di un chiarimento, alzi il telefono, chiami e parli con la persona che ti ha seguito, ci siamo. Se al secondo tentativo non la riesci a contattare, l’azienda ha qualcosa che non va.

La Tua Azienda Come Sta?