venerdì 13 aprile 2018

Accontentarsi per essere contenti?



Passeggeri distratti convivono nei miei giorni, tutti i giorni.

Si muovono per spostarsi da un punto ad un altro, senza preoccuparsi degli altri viaggiatori.
Come faccio a passarti il sole se io sono il giorno e tu la notte?
I passeggeri del mio bus non hanno il biglietto e viaggiano sicuri che non salirà alcun controllore, nessun controllore che destabilizzerà il viaggio.
Se bastasse un taglio di capelli per cambiare la propria vita.
Se bastasse l’avere per essere. 
In realtà non serve solo la concorrenza per abbassare il valore.
Ma te lo chiedi ogni tanto cosa ti serve veramente?
Chi si accontenta è contento. Felice. Lo diceva Terzani e forse è anche vero, ma... Ma… Ma se c’è un ma, pare che ciò che sta prima del “ma”, non conti granché, non serva, quindi, chi si accontenta è davvero contento? Forse, ma io non mi sono mai accontentato e non mi accontento neanche adesso.
La verità ti salverà dai ciclopi. Il coraggio che ti manca per dire addio, invece, ti spegnerà lentamente. Scegliere, non è difficile, ti basta ascoltarti, anche quando canti in auto la Vanoni “bisogna imparare a lasciarsi quando è finita”. La felicità è una sfida continua da cui non puoi sottrarti per vivere bene.