mercoledì 29 febbraio 2012

Omaggio a Jiddu Krishnamurti



E' un pensatore indiano che ha prodotto degli scritti interessanti, fra questi Lettere ai giovani, da dove ho estratto quanto segue:
Sapete, è molto importante, quando si è giovani, vivere in un ambiente dove non alligni la paura.
Andando avanti con gli anni, la maggior parte di noi diventa sempre più timorosa: abbiamo paura di vivere, paura di perdere il lavoro, paura della tradizione, paura di ciò che i vicini o il proprio coniuge diranno, paura della morte.
La maggior parte di noi ha paura, in una forma o nell'altra; e dove è presente la paura, non c'è intelligenza.
E' quando cominci a sentir l'ansia, quando lo stomaco bussa alla tua gola che stai viaggiando verso la libertà!
 
 

sabato 25 febbraio 2012

I Clienti sono Risorse Esauribili


E' tempo di razionalizzare. E' tempo di conoscere. E' tempo di ottimizzare le risorse.
Ogni risorsa, in quanto tale è esauribile. Oggi ancora più facilmente.
I tuoi Clienti sono risorse esauribili.
Se sei una piccola impresa non indebitarti con campagne pubblicitarie onerose per cercare di conquistarne di nuovi, ma coltivati quelli che hai già, perché non è questo il momento, a meno che tu non abbia le disponibilità economiche per farlo.
I tuoi clienti rappresentano un patrimonio inestimabile che merita di essere valorizzato. Instaura con loro relazioni di valore e potrai contare sulla loro fedeltà.
Il territorio della velocità che ci ospita presenta ogni giorno nuove opportunità che portano alla distrazione.
Si distraggono i fornitori abituali, i tuoi clienti, tutti.
Benvenuti nel regno della distrazione!
Per cui abbiamo necessariamente bisogno di ricordare, e se nessuno ci stimola, è probabile che ce ne dimentichiamo.
Cosa fare? Comincia subito a schedare i tuoi migliori clienti. Parti da loro, da quelli che ti hanno lasciato un segno, che ti ricordi con più gioia.
Costruisci una tabella con i loro nominativi, i recapiti, i servizi che gli hai fatto, le date. E poi chiamali, mandagli una mail, cercali su facebook, su twitter. Fatti sentire. Ricordagli di quella bella esperienza che avete fatto insieme e quanto insieme avete gioito.
Inizia a lavorare sui migliori e poi via via continua con quelli secondari fino ad arrivare a quelli meno importanti.

lunedì 20 febbraio 2012

Organizzare un Evento


Ti premetto che questo è un semplice post che vuole essere una sorta di canovaccio per chi si accinge a lavorare verso questo genere di progetti. Non ha alcuna pretesa di essere esauriente, ma per approfondimenti puoi contattarmi come e quando vuoi.
L'ho scritto solo perché qualche giorno fa, una wedding planner, mi ha chiesto come si organizza un evento e quali sono le sue peculiarità. Al che, dato che eravamo nell'angolo caffè di una delle aziende con cui collaboro, ho iniziato in modo molto casuale e disordinato ad affrontare l'argomento. Durante la discussione ho visto che prendeva appunti nel telefonino, quindi le ho chiesto di girarmeli via mail per capire cosa ritenesse interessante memorizzarsi. Ecco tutto in sintesi:

Un evento per essere tale non può privarsi di alcune caratteristiche indispensabili:
-          deve essere originale,
-          deve saper coinvolgere i visitatori,
-          deve portare una ventata di novità,
-          deve poter essere economicamente sostenibile,
-          deve poter dare un ritorno a tutti i partecipanti in qualità di attori

Definiti il tema centrale, gli obiettivi che si vogliono perseguire e i destinatari del progetto, si passa alla redazione del progetto che deve necessariamente contenere i seguenti punti:
-          Descrizione dettagliata dell’evento
-          Attori coinvolti
-          Piano di comunicazione
-          Analisi economico finanziaria
-          Risultati attesi
-          Squadra di lavoro
-          Pianificazione temporale

Non si tratta di un elenco ordinato, ma di una serie di punti che vanno dettagliati al fine di chiarire il tutto quanto più possibile. 

giovedì 16 febbraio 2012

Lo Spettacolo e il Gruppo


Non amo particolarmente le autocelebrazioni. Preferisco sempre rimanere nell’ombra e godermi lo spettacolo… perché quando lo spettacolo è di qualità le vibrazioni che regala sono memorabili.

È bellissimo sentirsi dire che grazie al tuo lavoro sono riusciti in imprese impensabili.

C’è un’azienda che seguo da un anno e mezzo che continua a darmi questo genere di soddisfazioni e in un periodo come questo sembra più di uno scoglio. Direi un’oasi di salubrità.
È stato difficile costruire il rapporto, introdurre nuove metodologie di lavoro e organizzazione. Succede sempre quando il gruppo è già costituito e tu sei l’ultimo arrivato ed hai il compito di far crescere, crescere e crescere… perché chi mi chiama generalmente non ha altri scopi, ma d’altronde se non fosse così, come ho già scritto altre volte, non si chiamerebbero imprese, ma... facili!

Oggi sono particolarmente contento perché finalmente dopo ore di discussioni, idee, strategie, cambi di rotta, ho avuto l’ennesima conferma di quanto un lavoro programmato e organizzato può riuscire a produrre.

Analizzando i dati e confrontandoli con quelli dello scorso anno, anche in questo periodo di vacche magrissime (attenzione, non magre ma magrissime) si è registrato un incremento di circa il 20 per cento.
Ovviamente non è solo farina del mio sacco.
È il frutto di un lavoro di squadra dove una forte leadership è stata di fondamentale importanza nel trainare gli altri, nell’aver selezionato un gruppo di lavoro giusto e nell’averlo istruito, allenato e motivato.
Sono contento di questo risultato perché rappresenta la prova che quando si lavora in questo modo si raggiungono risultati che superano notevolmente il valore delle singole parti.
Ringrazio di cuore i ragazzi dello staff ma in particolare a Claudio, Danilo, Andrea, Maria Angela, Tiziana e ad Enzo che oltre ad essere un treno di passione, mi riempie di fiducia e motivazione.
Se volete sapere qual è l’azienda mandatemi una mail e sarò felice di darvi il nome e i recapiti.

venerdì 10 febbraio 2012

Il Messaggio nella Pubblicità



È il cuore della comunicazione. Il fine. Per questo deve essere chiaro e inequivocabile, semplice e ben formulato. Onesto e sincero. Senza zone grigie.
Ricordalo ogni qual volta ti troverai davanti ad una campagna pubblicitaria e la dovrai analizzare, per conto tuo o per conto dell’azienda per cui lavori.
È banale la prima parte di questo post. Per gli esperti è come precisare qual è l'ingrediente principale del cioccolato. Il punto è che nel mondo (della comunicazione) ci sono tanti adepti e pochi esperti per cui mi trovo spesso davanti a messaggi ambigui o senza significato.
Questo post è per chi si pone anche la domanda: cosa vuol dire etica nella comunicazione?

mercoledì 8 febbraio 2012

A Proposito di Etica (C’è Chi Dice No)


“C’è chi dice no” è il titolo di un piacevole film che ho visto qualche giorno fa. Non vi descrivo la trama ma il collegamento fatto con ciò che ho scritto a proposito di etica.
Avrei voluto approfondire ma certi miei amici, esperti di comunicazione, mi dicono sempre che i post devono essere brevi, altrimenti annoiano... d’altronde internet è il territorio della velocità, quindi come dargli torto.
La raccomandazione, i privilegiati, i non meritevoli che spopolano nelle università, negli ospedali e nei luoghi di potere, sono i temi centrali del film che mi hanno portato alle seguenti riflessioni:
La raccomandazione NON è ETICA quando la si fa nei confronti di un incapace o di una persona impreparata a ricoprire una determinata posizione. La raccomandazione E' etica quando si è certi che il raccomandato ricoprirà adeguatamente quel ruolo.
NON è etico chiedere aiuto per svolgere un lavoro per cui non si è preparati. Non è etico interrompere chi sta lavorando bene per altri interessi (per esempio politici).
Ma che cos’è l’etica?
Definirla è semplice! Molto più che applicarla. Quando si parla di etica, si parla di Valori e di Comportamento. È un termine greco e significa condotta, carattere. Può essere considerata anche come la ricerca di criteri che permettono all’individuo di gestire le proprie libertà.

domenica 5 febbraio 2012

Concorrenza Sostenibile


Degli amici mi hanno chiesto di approfondire alcuni aspetti dell’imprenditoria sostenibile, di cui ho scritto in un recente post che puoi leggere cliccando qui.
C’è chi dice che parlare di etica nell’imprenditoria è difficile e non ha tutti i torti per come siamo abituati. È difficile, forse complicato, ma non impossibile.
L’etica e il benessere sono alla base dell'imprenditoria sostenibile, la quale prevede volontà di cambiamento, apertura mentale, la capacità di riuscire a guardare più in là dell’orizzonte, agire pensando agli effetti che possono generare domani le scelte di oggi. Non è semplice, ma fattibile.
Il mercato libero è guidato anche da una concorrenza libera. 
La concorrenza c'è, ma deve essere sostenibile: deve saper creare valore, migliorare la qualità, produrre conoscenza a vantaggio di tutti: consumatori e produttori. Non è un caso che ho scritto prima consumatori e poi produttori, perché solitamente è il contrario.
La concorrenza e l’etica devono convivere. Certo che non ci si aspetta un comportamento benevolo del concorrente nei confronti di chi compete, ma eticamente corretto si. Cosa vuol dire?
Lo sfruttamento dei lavoratori o delle risorse ambientali, intraprendere azioni che danneggiano il prossimo, non sono scelte etiche. Ed anche se creano vantaggi a favore del consumatore sono agli antipodi del concetto di imprenditoria sostenibile.
Una concorrenza leale ed etica crea valore per tutti gli attori coinvolti sia nella produzione che nel consumo.
Con la concorrenza sostenibile vince il macrosistema. Con la concorrenza sleale (o insostenibile) vince il microsistema, vince l’egoismo, la sete del profitto, vincono le mafie.

venerdì 3 febbraio 2012

La Monotonia del Posto Fisso


”I giovani devono abituarsi all’idea che non avranno un posto fisso per tutta la vita. Del resto, diciamo la verità, che monotonia un posto fisso per tutta la vita. E’ più bello cambiare e accettare nuove sfide purché siano in condizioni accettabili. E questo vuol dire che bisogna tutelare un po’ meno chi oggi è ipertutelato e tutelare un po’ di più chi oggi è quasi schiavo nel mercato del lavoro, o proprio non riesce a entrarci”.

In questi giorni si è scatenato un putiferio per una frase isolata ed estrapolata dalla dichiarazione di Monti sopra riportata. Qualcuno ci ha giocato per fare notizia. I soliti.
Io non ci trovo niente di assurdo o scandaloso in queste parole, piuttosto mi sembra che esprimano un pensiero in linea al contesto storico che ci ospita. È un’evoluzione. Essere liquiescenti significa anche questo, e cioè adattarsi alle forme che chi ci ha preceduto ha creato (volontariamente e involontariamente), interpretarle e poi superarle, modellarle...
Essere liquiescenti vuol dire anche essere pro decrescita.
Decrescita, oggi, non vuol dire regressione ma progresso.
Mi piace associarle il verbo scolpire, quindi, come nelle sculture viene tolto il superfluo per estrarne una bellezza interiore, una visione nuova e originale, anche nell’oggi più immediato è indispensabile liberarsi dall’inutile.
Impariamo a togliere piuttosto che a mettere.
Impariamo a scindere l’essenziale dal superfluo.

mercoledì 1 febbraio 2012

Siate Ospitali e non Ospiti!


Ospite e Ospitante. Nel turismo ricettivo queste due figure sono gli attori protagonisti. L'Ospite si aspetta di essere accolto e che l'Ospitante si prenda cura delle sue esigenze. L’ospite si attende sempre apertura, una certa disponibilità e tanta cortesia. L’ospitante è sempre pronto ad attivarsi, a dare informazioni, a trovare soluzioni, a mettere a proprio agio.
Nel marketing a fare la parte dell’ospitante deve essere sempre l’impresa. Deve far sentire ai propri clienti e fornitori di essere a casa, anche se (l'impresa ospitante) non è a casa sua. Questo farà crescere l’empatia e chi vi sta di fronte comprenderà l’impegno, gli sforzi. 
Siate ospitali e vedrete che accadranno magie inaspettate.