venerdì 26 giugno 2020

La più bella del Mediterraneo


Arrivare in un locale e sentirsi porre la domanda “ristorante o pizzeria?” ancora prima di accomodarsi è la cosa più triste e inaccogliente che possa succedere.


La gente non è disposta ad accontentarsi. Se lo fa, la tua attività è destinata a morire. Di fame.


Dio è il primo servitore; lui serve gli uomini, ma non è servo degli uomini. Lo diceva Benigni ne “La Vita è Bella”. Ed è da qui che deve partire il turismo. Servire è l’arte suprema, il lavoro più nobile. Se non sei capace o non hai voglia di farlo devi cambiare settore. Non puoi lavorare nell’ospitalità. 


Il valore puoi cominciare a crearlo partendo da questa teoria.


Dobbiamo sviluppare la cultura del metterci al servizio delle persone che non è semplicemente quel senso di ospitalità che caratterizza il popolo meridionale che in tanti ci riconoscono. Questa è una forma di accoglienza, più vicina alle buone maniere che al fare ospitalità professionale.


La gente spende quando è felice. Ed è felice di spendere quando è ben servita.


Siamo circondati di tanta bellezza per la quale non abbiamo fatto nulla, anzi a volte abbiamo fatto solo cose che l’hanno imbruttita. Tuttavia non riusciamo a valorizzarla. Ci domandiamo ancora che ne sarà dopo Montalbano, cosa faremo dopo e così via, quando abbiamo fatto poco o nulla per valorizzare tutto questo ben di dio…


È nostro solo ciò che sta dentro le pareti della casa che ci ospita. Al di fuori non ci appartiene niente. 


Abbiamo solo due possibilità: valorizzare e valorizzare. 

Valorizzare vuol dire creare valore. E questo non si crea aprendo ristoranti, bar, paninerie o streetfood perché a 16 anni facevi il cameriere, a 20 eri alla cassa e a 24 ti sei autoproclamato uomo di grande esperienza. 

Valorizzare vuol dire trasformare un prodotto o un servizio in valore economico. 


Perché la gente deve venire in Sicilia? 

A questa domanda l’assessore regionale ha risposto: perché è un’isola felice! 

Come possiamo pensare al futuro con gente come questa? 


Le istituzioni dovrebbero avere più rispetto per il turismo. Dargli più importanza nei capitoli di bilancio e considerarlo come un settore primario a cui aggiungere e non sottrarre, come invece capita spesso, facendolo diventare l’ultima ruota del carro.


Studiate e viaggiate prima di amministrare o di improvvisarvi imprenditori. 


Prendiamo esempio dai migliori, impariamo atteggiamenti e tecniche diverse, ritorniamo e applichiamo.

Se continuiamo a parlare solo fra noi non miglioreremo mai. Non ce la possiamo cantare e suonare.


Prima di essere siciliani dobbiamo essere cittadini del mondo. Solo così possiamo cominciare a parlare di turismo.


P.S.: Il titolo del post è la promessa che vorrei fare al viaggiatore e glielo vorrei poter dimostrare, rendendolo felice della sua scelta. Altro che isola felice.

sabato 6 giugno 2020

Fino alla porta


È esattamente quel momento, quel preciso istante in cui tutto sta per diventare buio e tu sei lì pronto a mollare perché tutto sembra prendere una strada completamente diversa da quella che avevi immaginato o forse sognato. 

È in quel momento che devi tirar dritto e andare avanti, a cuore aperto, con gli occhi gonfi, senza sapere chi potrai incontrare, con lo stomaco in gola e tra i pensieri tutte le raccomandazioni che ti avevano fatto, le gufate che avevi schivato.

Può sembrarti una boa che ti invita a ritornare, ma non lo puoi fare, non devi neanche voltarti per sapere se c’è ancora qualcuno che ti segue o se sei rimasto solo come un’anima davanti alla porta dell’inferno. 

È proprio questa la bellezza. Un misto fra ignoto e stupore, di paure e tentazioni.

Ed è proprio ora che può cominciare la festa. Adesso è il momento delle idee. Se un’idea è vincente non potrà mai saperlo né il tuo migliore amico né la persona più fidata. Solo il tuo cuore può dirtelo e sarà lui ad accompagnarti fino alla porta, a farti tirare giù la maniglia, entrare e scegliere se divertirti, far divertire o fare il cameriere per gli altri.