giovedì 25 novembre 2021

Cos’è che ci aiuta a stare dentro questa fase?


 

La voglia di andare oltre, superare i propri limiti, non accontentarsi. 

O forse, semplicemente la speranza di un mondo possibile. 


Sicuramente sono i sogni che ci aiutano a guardare la realtà con occhi diversi, con l’idea del possibile.


Possiamo migliorare la realtà che ci circonda, ognuno nel suo piccolo, a suo modo, con le sue ambizioni, la sua immaginazione, i suoi desideri.


Possiamo davvero immaginare qualcosa che faccia la differenza fra la realtà e la possibilità di trasformarla, per renderla migliore di quella che è.


I sogni sono ispirazioni, ci indicano mete possibili. 


È importante farli e sforzarsi di perseguirli cercando anche di guardare da altri punti di vista, da altre angolazioni. Ognuno nel suo piccolo.


Dobbiamo guardare le cose da dove non le abbiamo mai viste. La soluzione non è aspettare. Non c’è proprio niente da aspettare. 


La vita non attende e continua anche senza di te.

martedì 9 novembre 2021

Fear is not an option



Ho comprato da Mimmo questa felpa solo per la scritta. 

Volevo tatuarmela addosso. In questo periodo. In questi giorni. 

Adesso che mi viene voglia di scrivere. 


L’ipocrisia è una pericolosa malattia dell’anima dice Papa Francesco.



Il tempo per imparare è sempre un tempo sporco, non come quello per ascoltare.


C’è sempre tempo per imparare, ma non c’è mai tempo per ritornare. 


Vita, potrei scrivere di quanto mi hai dato già ma non di quanto mi hai sottratto. La riconoscenza e il suo contrario non sempre vanno manifestate.


L’orologio che da dietro i banchi non girava è una stupida sensazione che si prova solo sotto i vent’anni.


Non ricordo mani calde ma solo pensieri incandescenti. 


Le notti andavano mentre la faccia e il corpo si coprivano.


Spiagge, disco, moto e lunghi inverni che mai erano lunghi quanto i giorni di lockdown.


E oggi che potrei realizzare preferisco ancora sognare, come quando fuori mi piaceva vedermi riflesso sulle vetrine passando con la moto. Lo faccio ancora oggi, di tanto in tanto, quando passo in auto, ma oggi ho più paura.


Allora erano altre le paure e per stare bene bastava poco. Credevamo nella libertà mentre attorno ci costruivano gabbie di vetro.


Nei miei ricordi ci sono gli occhi, le facce, i capelli e quei sorrisi. Sono tatuati nei miei pensieri come certi tramonti.


Felicità che non comprendevo e di cui solo oggi riesco a goderne in pieno.


Perché nessuno ci ha insegnato a godere del presente? 

Perché avevamo solo voglia di crescere? 

Perché volevamo solo fuggire e oggi solo di partire? 


Cadevano le stelle e ce ne accorgevamo solo quando ci colpivano. Oggi scrutiamo il cielo in silenzio, nelle notti d’estate, mentre i nostri figli distratti guardano altrove.


Siamo stati figli e anche noi guardavamo altrove ma il nostro altrove, come sempre, come in tutto, era un altro.


Mi sono trovato peggio di come mi ero lasciato. E queste righe forse lo dimostrano o forse sono la prova di una nuova maturità (vecchiaia non mi piaceva scriverlo): quella quattro punto zero.


Non posso più ritornare e non voglio rivedere il 1990. Ho riso in faccia a quegli anni con la superficialità e l’abitudine di chi deve ancora scoprire tutto e pensa di essere pronto a tutto.


Tutti abbiamo dei segreti. Sono come l’ombelico: ognuno ha il suo e ci lega al resto della vita.


Cosa c’è di più difficile della felicità in questa vita?


C’è solo una cosa che ho capito della felicità.


Se non ne dai, non ne puoi avere. 


Se non la produci non ti viene a cercare.

giovedì 4 novembre 2021

Il viaggio è stare. Non è solo viaggiare.



Il viaggio non è semplicemente spostarsi. 

Il viaggio è stare. È poter scegliere una strada da percorrere.

Se senti che sia da percorrere, sceglila anche se non ci vedi niente. Può darsi che ti porterà in un campo aperto e ti toccherà tracciare un sentiero. Può darsi, invece, che ti possa portare sul ciglio del burrone e ti toccherà tornare indietro. 

Le strade sono un mix di personalità e rischio. 

Cos’hai immaginato per questa vita? 

Lo sai che sei tu e solamente a decidere. 

Lo sai che sei tu il conducente del tuo viaggio. 


Hai aperto gli occhi, ti hanno dato una direzione ma poi ti hanno lasciato andare. Sei tu che hai scelto la strada da fare. 


Sei tu che fai succedere le cose. Si dice che il successo è il participio passato del verbo succedere. Solo se le cose le fai succedere potrai aspirare al successo, altrimenti non rimarrai neanche la solita nota a piè di pagina. 


A te la scelta. 


In foto un particolare di Castel del Monte visto della corte interna. Federico II era un grande viaggiatore.