lunedì 31 dicembre 2018

Il turismo a Scicli nel 2018



Negli ultimi giorni, in tanti mi hanno chiesto un parere su come è andato, turisticamente parlando, l’anno appena trascorso.

Una premessa doverosa. Il 2017 è stato un anno record, sia sul piano nazionale che su quello siciliano e ancora di più su quello locale.
La condizione geopolitica del Nord Africa, le difficoltà della Grecia, la paura del terrorismo in generale hanno spinto il popolo dei viaggiatori a scegliere le destinazioni italiane.
Fra queste sicuramente la Sicilia e in particolare modo Scicli che ha fatto registrare presenze record durante tutto il 2017.

Dal 2014 al 2017 è stato un crescendo, si è registrato un trend di presenze in costante aumento: 
+ 20% nel 2014 (rispetto al 2013); 
+ 16% nel 2015 (rispetto al 2014); 
+ 37% nel 2016 (rispetto al 2015); 
+ 10% nel 2017 (rispetto al 2016);

Se il confronto viene fatto tra le presenze del 2014 e quelle del 2018, il margine di crescita è davvero significativo: +70%.

Con queste premesse, già un anno fa, fra gli operatori del settore si erano create delle aspettative: chi ha investito nel settore dell’accoglienza, chi nel settore ristorativo, chi in quello dei servizi e dell’intrattenimento.
A metà anno i primi segnali negativi e alcune voci cominciano a rincorrersi:  “il 2018 è un anno di calo”, “non ci sono le presenze degli altri anni” ecc.

Per noi di Scicli Albergo Diffuso, che rappresentiamo la più grande struttura ricettiva extra alberghiera presente in città, il 2018 si chiude in pari, cioè abbiamo registrato, più o meno, lo stesso numero di presenze dello scorso anno, con un fatturato leggermente più alto. Tradotto vuol dire che abbiamo ospitato lo stesso numero di viaggiatori ma con una tariffa media più alta. In altre parole, abbiamo venduto meglio il nostro prodotto, puntando sulla qualità delle strutture e sulle esperienze da far vivere. 
E’ un ottimo risultato, di cui siamo molto orgogliosi, che ci viene confermato anche dagli ospiti che hanno scelto la nostra realtà. Infatti, oltre ad aver mantenuto il primato su Tripadvisor, siamo riusciti ad ottenere una media del 9,5 (su 10) sulle più importanti Online Travel Agency.

Essere la struttura più grande di Scicli si traduce in un ineguagliabile punto di forza, perché diventa l’unica organizzazione capace di ospitare, come ha già fatto, gruppi medio grandi che non sono quelli da pullman da villaggio turistico, ma viaggiatori con un alto profilo culturale, con un'età media di 50 anni, disposti a spendere in media non più di 90 euro a notte e 25 euro a pasto che arrivano nel Val di Noto per scoprirne tutte le sue peculiarità.

Un ottimo risultato, se consideriamo che il 2017 è stato un anno record e che nel 2018 in città sono state aperte oltre 20 nuove strutture ricettive extra alberghiere fra case vacanze, ville e bed and breakfast. Aver mantenuto lo stesso numero di presenze va sicuramente letto come un segno di crescita in termini di arrivi in città.

Il 2018 è stato il primo anno di attività anche a Donnalucata, una borgata di mare in cui pochi hanno scommesso finora. Noi lo abbiamo fatto rilevando un progetto che qualche anno fa avevamo contribuito a far nascere - Donnalucata Ospitalità Diffusa - e che abbiamo rilanciato, come sappiamo fare, riuscendo a lavorare nei mesi di settembre, ottobre e anche a Capodanno. A Donnalucata! Sul mare! Dove tutti sono convinti che la stagione finisce ad agosto.

Cosa c’è dietro? Una programmazione, investimenti nel marketing e nella comunicazione, investimenti nell’innalzare la qualità percepita e non ultimo un lavoro di squadra vero e non come spesso si dice in queste circostanze.

Il nostro progetto a Scicli quest’anno, pur registrando per la prima volta un segno pari, si conferma la realtà più strutturata e organizzata del territorio. Un’impresa che ha creato un nuovo modo di vivere il turismo, facendo vivere esperienze uniche da residenti temporanei. Non è un caso che la nostra promessa continua ad essere “the new way to live like a local”.

Molti parlano di calo.
In altre occasioni ho interpretato questa percezione di calo, seguendo anche i nostri dati, come un reale calo di presenze relative più alla gente del luogo che ai turisti. 
Modicani, ragusani, ispicesi che negli anni scorsi avevano scelto Scicli come luogo dove trascorrere una serata, nel 2018 si sono riversati in altre località. Non è un caso che Donnalucata o Marina di Modica hanno registrato un notevole aumento di presenze. 
Venendo a mancare, i flussi provenienti da chi risiede nelle città vicine, a risentirne di più sono stati i ristoranti, le pizzerie e i bar che, negli ultimi anni, avevano fatto cassa grazie anche a loro. 

È evidente che non basta aprire, anche bei posti, ma occorre spostare l’attenzione e gli investimenti su strategie che portano e riportano clienti locali e turisti a consumare nei vari locali.

Cosa si può fare?
Colmare il vuoto che c’è nelle strategie operative sia private che pubbliche. Ciò che manca è proprio la cultura della strategia. Tutti aspettano i turisti, senza fare niente per farli arrivare. Demandano agli altri ciò che dovrebbero fare in prima persona. Non esiste impresa al mondo che apre le saracinesche e aspetta i propri clienti senza fare niente per farli arrivare. Se c’è ancora qualche azienda del genere chiuderà a breve.
Qui purtroppo si opera improvvisando giorno dopo giorno. Si aprono attività, si trasformano dammusi, si inseriscono sui più comuni portali e si aspettano gli ospiti.
Ma purtroppo fin quando a vendere è bookingpuntocom, tutti sono felici, senza rendersi conto che il marketing che funziona non è il proprio ma quello di bookingpuntocom che, quindi con il suo primato detta le sue regole.
Fin quando la maggior parte delle prenotazioni arriva da bookingpuntocom o da altri intermediari, vuol dire che non c’è un prodotto con una sua identità, con una sua impostazione, ma una commodity facilmente sostituibile.

I portali sono dei luoghi di vendita dove vengono presentate centinaia di camere e case, apparentemente tutte uguali che si differiscono solo per il prezzo e per la reputazione ottenuta dalle recensioni di coloro che vi hanno soggiornato. 

Cosa aspettarsi?
Positivo è quindi il bilancio dell’anno appena trascorso e ciò che ci aspettiamo per il prossimo è una continuità, prevedibile sia dal lavoro fin qui fatto che per un calendario decisamente a favore di chi intende viaggiare: fra ponti e festività varie si avranno più giorni da dedicare alle vacanze.
La nostra politica commerciale, basata su una strategia di marketing e di prodotto unica, porterà un maggior numero di turisti a Scicli e Donnalucata, quindi operatori e amministratori preparatevi anche voi a svolgere la vostra parte, per un 2019 all’insegna dell’ospitalità!

lunedì 24 dicembre 2018

Babbo Natale esiste e ho le prove!




Le domande che devi porti sono altre: cosa so fare veramente bene, qual è la caratteristica che mi contraddistingue, perché l’azienda in cui lavoro (o mi piacerebbe lavorare) dovrebbe (man)tenermi, in cosa posso farla crescere, quale valore apporto con la mia collaborazione.

Ciò che ti auguro è questo: di metterti a fuoco, di chiarirti cosa vuoi fare e sopratutto se sei in grado di farlo. 
La maggior parte delle persone lavora per soldi senza comprendere ciò per cui lavorano davvero.
Se ciò che vorresti fare non sai farlo mettiti alla prova, impara come farlo, studia, se puoi frequenta un corso specialistico, trova chi è disposto a farti provare.

Non sovrastimare mai le tue capacità: meno sai e più presumi di sapere, meno vali e più presumi di valere. 

Ciò che ti auguro, in questo periodo di auguri, in cui tutti ti augurano qualcosa, è di trovare la tua strada, di fermarti davanti al mare o nel mezzo di un bel campo e respirare a pieni polmoni. Imprigiona dentro te l’aria e poi nel lasciarla andare cerca di sentire il retrogusto che ti lascia in bocca. Se è piacevole sei sulla strada giusta. Se senti l’amaro vuol dire invece che è arrivato il momento di imboccare un’altra strada. Un’altra ancora.

Ciò che ti auguro è di non essere mai come la maggior parte, ma di Essere una parte. La parte più attiva della tua vita. 

Incolpare gli altri è sempre più facile per ostinarsi a non cambiare direzione, ma la verità è l’esatto contrario: è più facile cambiare se stessi che qualunque altra persona che ti gira intorno.

A tutti i miei collaboratori, e a chi nella ricerca trova sempre un fine e non un senso di smarrimento.

domenica 9 dicembre 2018

Perché acquistare un dammuso da ristrutturare non è un investimento.



In tanti mi chiedono di voler fare un investimento per comprare un dammuso da ristrutturare per poi metterlo a reddito affittandolo come casa vacanze.

Quindi ho deciso di trascrivere la mia risposta perché può sempre essere utile. Ovviamente è il mio pensiero che non vuole contraddire né convincere nessuno. Non ho mai letto un articolo che dice il contrario e nemmeno uno che potrei citare come fonte. Se lo ritieni puoi condividerlo con chi ritieni che ne possa avere bisogno, altrimenti puoi ignorarlo e rigar dritto per la tua strada. 

Che cos’è un investimento immobiliare?
Secondo il dizionario è “il collocamento di un capitale in attività e acquisti che ne determinino l'aumento”.

Che cos’è un dammuso? 
Un pianoterra indipendente o il basso di una casa, generalmente con una muratura in pietra a vista, un po’ buio perché, oltre alla porta di ingresso, non ha finestre e spesso umido in quanto ubicato in zone poco soleggiate e direttamente costruito sulla terra.

Se decidi di investire in un tipico dammuso di 50 metriquadri, oggi (fra valore dell’immobile, spese di agenzia e notaio) lo paghi circa 30 mila euro, lo restauri senza esagerare con rifiniture superiori alla media con 40 mila e lo arredi con 10 mila. Alla fine avrai speso 80 mila euro.

Il tipico dammuso in genere ospita tra 2 e 4 persone a seconda la grandezza. La tariffa media di riferimento è 50 euro a notte. Considerando un’occupazione annuale media di 120 notti, sono 6 mila euro di incasso lordo. A questo importo vanno detratte le spese di gestione (se affidate a terzi ammontano a circa la metà). Su quello che resta va applicata un’imposta minima del 20%, quindi 600 euro. Da ciò che resta, 2400, vanno detratte energia, gas, tasi, acquedotto, imu. Cosa rimane? Tra i 1000 e i 1500 euro.

Qualcuno potrebbe dire che il 50% di spese di gestione per l’ospitalità sono tante.
L’alternativa è gestirlo direttamente, pagando a parte la signora delle pulizie, le spese di lavanderia e impiegando il vostro tempo nella gestione dell’ospite: arrivi, partenze, assistenza durante il soggiorno, gestione dei check-in (registrazioni alla questura, gestione fiscale, gestione commerciale (Booking, Airbnb ecc.), gestione dei check-out ecc. Diventa un lavoro vero e proprio, ma ti assicuro che non è il caso di coloro che mi hanno chiesto di voler fare un investimento.

Adesso, dopo questo breve calcolo, prova a immaginare le spese di manutenzione e mantenimento che un immobile richiede per essere sempre idoneo e perfetto ad ospitare: una volta una lampada da sostituire, altre volte un accessorio, passa il tempo e bisogna tinteggiare, poi può capitare che bisogna sostituire la pompa dell’acqua, la manutenzione all’aria condizionata (un carico di gas ogni 3 anni circa), un box doccia da sostituire.

Può considerarsi ancora un investimento?

A questo punto un paio di domande te li devi porre. 
Sei sicuro che il dammuso è il posto in cui tu vorresti andare in vacanza? 
Porteresti la tua famiglia o la tua compagna per una fuga romantica in un tipico dammuso?
Rileggi sopra, tra le prime righe, dove spiego cos’è un dammuso.
Se non hai le risposte, pensaci bene dopo aver risposto alle domande.
Se in passato questa tipologia di strutture ha funzionato forse è perché l’offerta era povera di altro, quindi chi voleva soggiornare in questi luoghi non trovava alternative.

Il miglior modo per chiamare un’operazione del genere è “voglio avere una casetta tipica di proprietà da abitare di tanto in tanto” piuttosto che voglio fare un investimento che mi renda.

Un acquisto del genere non rende proprio niente. Si ripaga solo ciò che consuma. In una parola si automantiene. 

Il mio suggerimento è di parlare con le persone giuste che lavorano nel settore dell’ospitalità, meglio se extra alberghiero, e non solo con gli agenti immobiliari, il cui unico scopo è far vendere la casa al proprietario e farla acquistare a te che pensi di fare un investimento.

Se vuoi acquistare un dammuso le tue motivazioni devono essere altre: amore per il luogo, sensibilità verso il recupero, voglia di mettere radici in un paese, un regalo da farti o da fare, disponibilità economica senza nessuna pretesa di ritorni. Parlatemi di tutto, ma non di investimento.