domenica 5 febbraio 2012

Concorrenza Sostenibile


Degli amici mi hanno chiesto di approfondire alcuni aspetti dell’imprenditoria sostenibile, di cui ho scritto in un recente post che puoi leggere cliccando qui.
C’è chi dice che parlare di etica nell’imprenditoria è difficile e non ha tutti i torti per come siamo abituati. È difficile, forse complicato, ma non impossibile.
L’etica e il benessere sono alla base dell'imprenditoria sostenibile, la quale prevede volontà di cambiamento, apertura mentale, la capacità di riuscire a guardare più in là dell’orizzonte, agire pensando agli effetti che possono generare domani le scelte di oggi. Non è semplice, ma fattibile.
Il mercato libero è guidato anche da una concorrenza libera. 
La concorrenza c'è, ma deve essere sostenibile: deve saper creare valore, migliorare la qualità, produrre conoscenza a vantaggio di tutti: consumatori e produttori. Non è un caso che ho scritto prima consumatori e poi produttori, perché solitamente è il contrario.
La concorrenza e l’etica devono convivere. Certo che non ci si aspetta un comportamento benevolo del concorrente nei confronti di chi compete, ma eticamente corretto si. Cosa vuol dire?
Lo sfruttamento dei lavoratori o delle risorse ambientali, intraprendere azioni che danneggiano il prossimo, non sono scelte etiche. Ed anche se creano vantaggi a favore del consumatore sono agli antipodi del concetto di imprenditoria sostenibile.
Una concorrenza leale ed etica crea valore per tutti gli attori coinvolti sia nella produzione che nel consumo.
Con la concorrenza sostenibile vince il macrosistema. Con la concorrenza sleale (o insostenibile) vince il microsistema, vince l’egoismo, la sete del profitto, vincono le mafie.