sabato 14 settembre 2019

Sistema Aeroportuale Sicilia. Cosa farei.



Mentre scrivo gli aeroporti hanno sempre meno viaggiatori perché le compagnie scelgono altre destinazioni. O semplicemente perché le destinazioni non riescono ad instaurare relazioni con i vettori. 
Non riescono a promuoversi.

Notizia delle ultime ore: da marzo 2020 ci saranno due voli al giorno da Comiso per Roma e per Milano a tariffe vantaggiose, grazie ad un contributo di 17 milioni di euro dalla Regione Sicilia.

E intanto Levante canta:
"Questo è il futuro che sognavi per te?
Credevi fosse più lontano, eh?"

Quand’è che lo capiranno i 4 aeroporti siciliani che devono fare fronte comune con una strategia unica avente come scopo la vendita della Sicilia come destinazione?

Fare sistema non è uno solo uno slogan (sempre sulla bocca di tutti, ma in realtà da tutti ignorato) ma la soluzione. 
Il Sistema Aeroportuale Sicilia deve essere un progetto con un duplice fine: la promozione e la vendita della destinazione Sicilia.

Un soggetto unico che attinge ad un portafogli finanziato in modo proporzionale da tutti e 4 gli aeroporti. Con risorse proprie e non con la Regione Sicilia.

Le compagnie non devono poter scegliere l’aeroporto di Palermo perché costa meno di quello di Catania. La Sicilia si estende su una grande superficie e, per coprirla tutta, è necessario puntare su tutti e 4 gli aeroporti presenti.

Bisogna convincere le compagnie che intendono investire, per esempio, su Palermo a prendersi anche Comiso, così come le compagnie che voleranno su Catania devono usare anche Trapani.

Una strategia semplice basata sul “ti do una cosa in cambio di un’altra”.

Ma prima bisogna fare un lavoro che sintetizzo in 7 step:
  • Scrivere quali sono le le peculiarità della Sicilia. Una sorta di manifesto con tutti i valori che ci contraddistinguono.
  • Selezionare il target destinatario (a chi lo devo vendere).
  • Impostare un piano PR per divulgare le peculiarità.
  • Trasformare queste peculiarità in qualcosa di materiale (come un bel regalo da inviare).
  • Recapitarlo al target destinatario
  • Innescare una relazione e convincerlo a venire in Sicilia per fargli toccare con mano quanto promesso. 
  • Se a quel punto non scatta l’accordo si riparte dal punto 1 perché insistere è una delle prime regole del marketing.

Quali sono le peculiarità da promuovere:
  • il clima mite tutto l’anno, ma in particolare da settembre a dicembre e da aprile a giugno.
  • tremila anni di storia e cultura da vedere e da vivere
  • le eccellenze gastronomiche e le stelle michelin
  • le spiagge e le scogliere più belle del Mediterraneo

Occorre semplificare l’arrivo di italiani e residenti negli altri stati d’Europa. 
Profilo: over 50, laureati, desiderosi di progettarsi la vacanza in autonomia, che navigano, che non vanno in agenzia, che prediligono l’extra alberghiero. Questi non possono arrivare con il teletrasporto.
Fin quando a Comiso o a Trapani non arriveranno aerei e negli altri 2 aeroporti i costi delle tratte saranno proibitive come in questi ultimi mesi, nessuno o pochi sceglieranno la Sicilia come destinazione, a discapito di Malta, Nord Africa e Grecia.

Il clima e tutte le peculiarità rimarranno solo ai siciliani che restano e nei ricordi di chi parte ancora oggi in cerca di fortuna.

Io non credo che occorrano grandi sforzi per fare questo tipo di programmazione e detesto chi potrebbe attuare piani del genere ma non muove un dito.
La gestione di un aeroporto è un’impresa come tante con un servizio da vendere alle compagnie aeree. Un servizio da vendere alle compagnie.

Sono ottimista e sono certo che si può fare anche se in questi giorni tra i ricordi aleggia quella volta che in quarta elementare, il maestro indicandomi sulla cartina della Sicilia il tratteggio dell’autostrada Siracusa Gela mi spiegava che era tratteggiato perché in fase di realizzazione. Sono passati quarant’anni e il tratteggio è ancora lì.

Mi scuso se questo post può sembrare superficiale ma avevo voglia di trascrivere un pensiero e di lasciarlo fluttuare in rete. Se vuoi approfondire possiamo sempre parlarne.