Io voglio regalarti la mia vita… così comincia una canzone che ho ascoltato e che oggi mi spinge a scrivere questo post.
Ma se io ti regalo la mia vita, tu con cosa ricambi?
Regalare qualcosa è sempre un evento. Un momento unico in cui l’emozione di un acquisto si trasforma in emozione per chi riceve quel dono.
Se poi il regalo è memorabile, il suo valore aumenta al di la di ogni riferimento economico che gli si possa attribuire.
Regalare per ricambiare è quanto di più falso ci possa essere in tema di doni.
Eppure è quasi naturale.
Se per il giorno del tuo compleanno ricevi qualcosa, fai di tutto per ricordatene al momento opportuno, per ricambiare.
Se ti invitano a cena, ti senti obbligato a portare il vino. E così via.
Ma che senso ha un regalo ricambiato? Vuoi per caso alleggerirti moralmente? Vuoi “sdebitarti”? Mi sembra che ogni plausibile risposta ricada nella sfera dell’egoismo.
Ricambiare un regalo come dovere annienta il piacere di fare e di ricevere. Perché comunque chi riceve un regalo ricambiato percepisce che non è un dono, ma una reciprocità.
Voglio esagerare.
A un amico doni il tuo tempo, a volte un regalo, un consiglio. A un “non amico” no, non regali neanche un sorriso.
Ricambiare un regalo per dovere equivale ad un rapporto con un “non amico”.
Abbiamo veramente bisogno di tutto ciò?
Impariamo ad accettare, a ricevere e a donare.
Chi dona è un comunicatore, un artista, perché lo fa con gioia. Gode nel dare, esattamente come chi carica un video su YouTube.
L’arte è una cosa rara e la rarità è portatrice di valore.