martedì 24 gennaio 2012

Che cos’è il Vero Networking?


Credo fermamente nelle alleanze. Nella cooperazione e nella visione di Platone quando scrive che ogni uomo nasce con un’ala soltanto e se vuole volare deve necessariamente abbracciarsi.
Credo nelle alleanze Vere, Sincere, Solidali e Potenti, perché ogni alleanza, per essere realmente tale, non può privarsi di queste caratteristiche.
Un’alleanza vera crea naturalmente Valore. Se, invece, crea solo Scambio non è una buona alleanza. Anzi, non è proprio alleanza.
Le alleanze di cui scrivo sono fatte di contenuti passionali e non di egoistica superficialità. Sono fatte di Rispetto e di Lealtà. Di Etica.
Ci sono associazioni prive di alleati che non vanno da nessuna parte. Ci sono riunioni che non producono Valore perché i partecipanti non sono alleati. Ci sono alleanze che non potranno nascere perché si fondano sul pregiudizio. Forza anche questa porta e non stancarti.
Le alleanze faranno la differenza perché sono i primi produttori di felicità.
È risaputo che per essere felici bisogna necessariamente essere MINIMO in due.
Attenzione ho scritto minimo e non massimo.
Per tutto ciò l’alleanza è l’essenza del successo.
Creare alleanze vuol dire essere predisposti a Dare senza necessariamente Prendere. Creare alleanze vuol dire fidarsi reciprocamente. L’Alleanza è un risultato maggiore alla somma delle singole parti.
Se ti è chiaro questo concetto generale di alleanza, hai capito che cos’è il networking e a cosa serve. Non ti rimane che applicarlo se non vuoi rimanere una semplice nota a piè di pagina.

domenica 22 gennaio 2012

La Guerra si Vince con la Qualità


-          Qualità dell’accoglienza
-          Qualità del servizio commerciale
-          Qualità del prodotto
-          Qualità degli installatori
-          Qualità del post vendita
-          E qualità nella gestione di tutto questo processo

La guerra con la crisi si vince solo con la qualità e a parità di prodotto (stessa marca, stesso modello e stesso prezzo) a fare la differenza è solo il rapporto personale con il venditore.
La crisi si lotta anche con il personale qualificato. E il personale qualificato va ben selezionato, ben addestrato, ben coinvolto e ben retribuito. 
Non utilizzate “manichini” solo perché vi costano poco perché ciò che rischiate di perdere (come mancate vendite) è molto di più rispetto a ciò che risparmiate. E adesso vi racconto perché.
Un mio amico, avendo deciso di acquistare una cameretta, mi ha raccontato che prima si è rivolto al suo fornitore abituale che dopo avergli presentato un paio di progetti non è riuscito ad interpretare le sue esigenze proponendogli soluzioni stilistiche poco originali e preventivi al di la del suo budget.
Di conseguenza ha deciso di andare in un altro negozio dove ha trovato ciò che cercava: prodotto, design, qualità e prezzo. Tuttavia non ancora contento decide di andare in un altro mobiliere rivenditore autorizzato dello stesso prodotto, ma più vicino a casa sua per vedere se riusciva ad avere un’offerta migliore … 
Dopo una bella accoglienza e la visita dell’esposizione viene invitato ad accomodarsi per sviluppare un progetto che non vedrà mai la luce: dopo mezz’ora di tentativi, infatti, il venditore non riesce nemmeno a riprodurre la pianta della camera con il programma di progettazione. Dopo tre quarti d’ora di prove e varie giustificazioni della pianta neanche una parvenza … per cui, intuendo che qualcosa non stava andando per il verso giusto (forse per impreparazione tecnica o non conoscenza del software), invita il venditore a lasciar perdere e a preparare un paio di proposte complete di preventivo che poi sarebbe tornato nel pomeriggio o l’indomani a ritirare.
Oggi, dopo una settimana, mi ha confermato di non aver ancora deciso e di non esser andato (né pensa di andare) nell’ultimo negozio, per mancanza di tempo, ma soprattutto di fiducia.
Peccato per l’ultimo negozio! Un’azienda che, tra l’altro conosco per fama (e anche un po’ per fame) dato che ha aperto circa due anni fa e che ad oggi fatica a trovare le risorse anche per pagare il personale.
Lo stesso personale che fatica a trasformare in risorsa (per l’azienda) i potenziali clienti, perché impreparato e poco qualificato.

giovedì 19 gennaio 2012

Gli Schettini Siamo Noi


Quanti sono gli schettini che ci circondano?
Al di la della retorica, che mi sforzo di non fare con la scrittura di questo post, non posso fingere di non vedere che di Schettino in giro ce ne sono tanti: nelle amministrazioni comunali, in quelle provinciali, regionali, in parlamento; nei consigli di amministrazione che hanno portato certe grandi aziende a diventare piccole e povere di etica (penso alla Parmalat, alla Rai, all'Alitalia ecc.); nelle scuole pubbliche con insegnanti mediocri che "allevano" studenti della stessa caratura.
In questo paese la meritocrazia sembra fuggita all'estero.
Tra sciacalli e avvoltoi sembra che non ci siano vie di fuga dal deserto che stanno costruendo!
Questa e' la realtà degli schettini: questi tanti qualcuno che presi singolarmente non sono nessuno ma insieme sono la causa del nostro stato.
Questi qualcuno che non si pongono il problema di essere al timone di una nave. Questi qualcuno che amano solo il prestigio dell'essere capitani. Questi qualcuno che giocano con la nave come fosse il loro videogame.
Al di la dei qualunquismi non puoi non essere d'accordo che la metafora Schettino e' lo specchio di questa società.
Questi brutti eventi dovrebbero servire a guardarci meglio e a quantificare le piccole responsabilità che singolarmente abbiamo nell'essere produttori di questa mediocrità.
Siamo tante piccole particelle di responsabilità che come centimetri, uno per uno, formiamo il metro del disastro economico, politico e sociale che ci misura la vita.
E tu sei sempre quel centimetro che può fare la differenza con ogni tua azione in qualunque posto.
Ogni tua azione di oggi contribuirà a fare il tuo domani.
Ricordalo che ci può essere uno schettino dentro di te, ovunque: mentre studi, quando lavori, alla cassa dal fruttivendolo, dal panificio, al bar, nella cabina elettorale, a letto, a mare o in montagna.
Ricordati che il momento è ora!

domenica 15 gennaio 2012

A Ciascuno la Sua Mansione


Frequento settimanalmente diverse aziende di diverse tipologie e dimensioni: chi opera nel commercio, chi nella ristorazione, chi nel settore alberghiero, chi in quello estetico, chi nella produzione ecc.
Quasi nessuna ha un mansionario chiaro, definito e condiviso con i diretti interessati: i collaboratori.
Oggi la tua azienda non può non averlo!
A dire il vero anche prima, ma dato che il passato non lo puoi cambiare e il futuro si, ti consiglio vivamente di attrezzarti di carta, penna e pazienza e di scriverne uno.
E io sono qui per darti qualche indicazione.
Che cos'è il mansionario?
Generalmente è un documento (fatto da una pagina) che risponde alla banalissima domanda CHI FA COSA E COME ed è integrato con i principali aspetti del lavoro (la mansione) e i risultati attesi.
Più è dettagliato e più sarà efficace.
Più descriverà il ruolo e la funzione del collaboratore e più sarà facile fargli raggiungere gli obiettivi.
Non tenere a mente cosa vorresti che facessero i tuoi collaboratori o come vorresti che si comportassero in tutte le situazioni, se non glielo hai mai detto. Loro non sono nella tua testa.
Sii chiaro, prima con te stesso (mi piacerebbe che facessi questo, in questo modo e con questi strumenti al fine di ottenere questo risultato) e poi con loro (consegnandogli il foglio che hai pazientemente scritto) e vedrai che i risultati arriveranno con più facilità. Fidati!
Anche le procedure e le linee di condotta da seguire dovrebbero essere chiare, definite e condivise da tutta l'organizzazione. Per esserlo devono necessariamente essere formalizzate, quindi scritte, ma di questo scriverò un'altra volta.

venerdì 13 gennaio 2012

I Consulenti di Marketing Non sono Leader


Mi piace questo titolo solo per il suo essere provocatorio e perché so che sei stai leggendo un po' ti ha incuriosito.
In realtà ciò che voglio sottolineare è che i consulenti di marketing non devono essere i leader delle aziende che li chiamano per una collaborazione. Non possono esserlo per svariate ragioni, di cui ne elenco alcune:

- il leader ti coinvolge nei suoi obiettivi
- il leader lavora con il suo gruppo e non per il suo gruppo
- il leader si fa seguire e non deve inseguire
- il leader fa eseguire a ciascuno i propri compiti
- il leader avvicina la Sua azienda ai Suoi dipendenti
- il leader costruisce il suo gruppo non solo negli orari di lavoro, ma anche fuori

Può un consulente di marketing essere un leader se la sua presenza in azienda è stata voluta dal leader?
Un consulente analizza, ricerca, progetta, propone soluzioni ma se il leader non le applica (o non le fa applicare) il suo operato diventa superfluo, inutile.

Tuttavia gli uomini di marketing esercitano una loro leadership con le loro ideazioni, con quello che fanno o propongono, ma questo è un altro discorso.

mercoledì 11 gennaio 2012

La Forza del Gruppo


È un libro di Mauro Baricca, Demetrio Pisani e Salvatore Vella.
La sua essenza sta proprio nel titolo. Quando un gruppo è organizzato, strutturato e coordinato è sempre una forza superiore che fa la differenza.
Insieme i tre autori sono (in)credibili.
Non sono come quei medici che ti invitano a non fumare perché il fumo fa male e poi un attimo dopo te li ritrovi nel corridoio con la sigaretta in bocca. Il libro ne è una prova.
Se ciascuno di loro tre, da solo, avesse deciso di scrivere un libro sulla forza del gruppo non sarebbe riuscito a eguagliare, in termini di qualità, questo lavoro. Ne sono sicuro quanto loro. 
Ognuno dei tre, con la sua personalissima storia alle spalle descrive la propria esperienza. Nell’insieme le storie si amalgamano piacevolmente l’una con l’altra regalando al lettore spunti di pragmatismo puro che diventano valore.
Se la trasposizione del libro nel film della vita è fedele, rischiate di vedervela cambiare in meglio. Se siete pronti a correre questo rischio andate in libreria o in biblioteca a Scicli (spero che gliene abbiano donato qualche copia!).
Non è un romanzo, anche se a tratti potrebbe sembrarlo. Non è un saggio perché non è noioso. Non è un manuale perché i tecnicismi non prevalgono. Allora forse è tutte queste cose insieme, ma sicuramente è una piacevole lettura da consigliare a tutti: a chi è in cerca di lavoro, a imprenditori o aspiranti, studenti o impiegati, casalinghe o operai.

martedì 10 gennaio 2012

Da Cacciatori a Coltivatori


Dobbiamo aumentare il nostro bacino di utenti. Dobbiamo cercare di togliere clienti ai nostri concorrenti. Dobbiamo riuscire a portare nuova gente.

Quante volte ho sentito pronunciare queste frasi!

Ma perché cacciare quando è più facile e meno faticoso coltivare.

Cominciate a conoscere i vostri clienti. Avete i loro nomi, la loro email, il loro telefono. Sapete chi sono e quante volte sono venuti nell’ultimo anno.
Il marketing low cost parte dalle informazioni, quindi attrezzati subito con un software capace di elaborare questi dati e sforzati di capire e interpretare i tuoi clienti. Ascoltali e costruisci con loro una relazione. Se fai loro del bene sarai ricambiato, anche dai loro amici.

Usa Facebook, per esempio, e vedrai che sarà più facile!

Nella foto, Coltivatori di patate di Vincent Van Gogh

domenica 8 gennaio 2012

Prestazione e Risultato: una conseguenza naturale!


Spesso il linguaggio calcistico è stato applicato alla politica. Sappiamo a chi attribuire il "merito", ma non è di questo che voglio scrivere. Invece, è da un po' di tempo che ha invaso anche il mondo dell'impresa e del management, quindi è ricorrente sentir parlare di gruppo, di lavoro di squadra, di attacco, di difesa e così via.
C'è un aforisma di Zeman, un allenatore che mi ha sempre incuriosito (e questo è curioso perché a me di calcio non mi è mai interessato un granché), per il suo essere Davide (contro Golia/Sistema Calcio) e per la sua saggezza, a volte  fin troppo sottile...

Il risultato è occasionale, la prestazione no!

Prova a immaginare questo concetto applicato alla tua azienda. Se hai un ristorante o un bar prova a immaginare, per i tuoi clienti, cosa conta di più. Se hai un negozio o una farmacia, cos'è che può generare ritorno: il risultato o la prestazione?