A volte esco a piedi, per passeggiare in quelle vie che mi hanno visto crescere. Non ritrovo nessuno: amici, vicini di casa o quei passanti che scandivano le giornate. Però mi sembra di sentire lo stesso profumo di quei quattro angoli e dell’olio bruciato dai quattro tempi. Ricordi che come ombre mi passano accanto e mi accompagnano in questo strano porta a porta.
Ho tante scarpe nella cabina armadio eppure metto sempre le stesse. Tutto sembra uguale come se non fossero mai passati trent’anni. Quante parole non ci siamo detti, quanti pianti ci siamo nascosti e quante emozioni non abbiamo mai identificato.
Una stanza ci sembrava il mondo e fuori c’era un universo a cui non avremmo mai rinunciato. Quante scoperte in pochi anni. Tutto sembrava infinito, senza fine davvero, anche se poi ritornavamo ognuno a casa nostra.
La verità sembrava essere una soltanto e noi correvamo a caso per scoprirla, ma l’unica verità che resta è che da quelle vie ci siamo passati. L’unica certezza è che lì ci siamo cresciuti. Tutto il resto è cambiato, compresi i nostri sogni.
Parole mai pronunciate, sorrisi negati ed emozioni soffocate.
Nelle feste c’era chi ballava e chi come noi faceva ballare. Scratchavamo con le mani e non solo per trovare nuovi suoni e nuovo corpi da esplorare.
Quante parole sono rimaste in sospeso. Quante lacrime nascoste sotto le coperte.
Siamo partiti per non ritornare più e invece eccoci qui con una vita a rate e il passaporto vuoto. A cosa è servito arrivare fino a qui? Ad alimentare quel fuoco negli occhi di chi cresce.
Non dovremmo usare il tempo per lamentarci ma per fare qualcosa che cambi le cose per cui ci lamentiamo.
Non succede niente a caso. Tutto ciò che accade è sempre una conseguenza.
L’orizzonte si è spostato ancora una volta.