Arrivare in un locale e sentirsi porre la domanda “ristorante o pizzeria?” ancora prima di accomodarsi è la cosa più triste e inaccogliente che possa succedere.
La gente non è disposta ad accontentarsi. Se lo fa, la tua attività è destinata a morire. Di fame.
Dio è il primo servitore; lui serve gli uomini, ma non è servo degli uomini. Lo diceva Benigni ne “La Vita è Bella”. Ed è da qui che deve partire il turismo. Servire è l’arte suprema, il lavoro più nobile. Se non sei capace o non hai voglia di farlo devi cambiare settore. Non puoi lavorare nell’ospitalità.
Il valore puoi cominciare a crearlo partendo da questa teoria.
Dobbiamo sviluppare la cultura del metterci al servizio delle persone che non è semplicemente quel senso di ospitalità che caratterizza il popolo meridionale che in tanti ci riconoscono. Questa è una forma di accoglienza, più vicina alle buone maniere che al fare ospitalità professionale.
La gente spende quando è felice. Ed è felice di spendere quando è ben servita.
Siamo circondati di tanta bellezza per la quale non abbiamo fatto nulla, anzi a volte abbiamo fatto solo cose che l’hanno imbruttita. Tuttavia non riusciamo a valorizzarla. Ci domandiamo ancora che ne sarà dopo Montalbano, cosa faremo dopo e così via, quando abbiamo fatto poco o nulla per valorizzare tutto questo ben di dio…
È nostro solo ciò che sta dentro le pareti della casa che ci ospita. Al di fuori non ci appartiene niente.
Abbiamo solo due possibilità: valorizzare e valorizzare.
Valorizzare vuol dire creare valore. E questo non si crea aprendo ristoranti, bar, paninerie o streetfood perché a 16 anni facevi il cameriere, a 20 eri alla cassa e a 24 ti sei autoproclamato uomo di grande esperienza.
Valorizzare vuol dire trasformare un prodotto o un servizio in valore economico.
Perché la gente deve venire in Sicilia?
A questa domanda l’assessore regionale ha risposto: perché è un’isola felice!
Come possiamo pensare al futuro con gente come questa?
Le istituzioni dovrebbero avere più rispetto per il turismo. Dargli più importanza nei capitoli di bilancio e considerarlo come un settore primario a cui aggiungere e non sottrarre, come invece capita spesso, facendolo diventare l’ultima ruota del carro.
Studiate e viaggiate prima di amministrare o di improvvisarvi imprenditori.
Prendiamo esempio dai migliori, impariamo atteggiamenti e tecniche diverse, ritorniamo e applichiamo.
Se continuiamo a parlare solo fra noi non miglioreremo mai. Non ce la possiamo cantare e suonare.
Prima di essere siciliani dobbiamo essere cittadini del mondo. Solo così possiamo cominciare a parlare di turismo.
P.S.: Il titolo del post è la promessa che vorrei fare al viaggiatore e glielo vorrei poter dimostrare, rendendolo felice della sua scelta. Altro che isola felice.