lunedì 30 dicembre 2019

Se nasci burattino, cresci burattino, muori burattino



Se andrai al cinema, a vedere Pinocchio di Garrone, è una frase che sentirai: "Se nasci burattino, cresci burattino, muori burattino".
E già solo per questo vale la pena andarci. Il resto è soggettivo. 

Niente e nessuno potrà cambiare il tuo destino, se non sei tu il primo a volerlo. Non è facile avere la consapevolezza di qualcosa ma è solo quando la raggiungi che potrai cambiare le sorti del tuo cammino.
Come Pinocchio, troverai sempre il gatto e la volpe che ti faranno un sorriso rassicurante ogni volta che li incontrerai. 
Fai attenzione. Anche all’albero della cuccagna. Non c’è niente di così facile in questa vita. 
E quando passerà il carro festante carico di chi vuol fare soltanto festa, non credere che quella sia la realtà, ma soltanto una sua faccia.
Infine, ricordati che, anche quando sei dentro la pancia della balena, non devi perdere la speranza, trova la forza e salta.
Buon anno.

lunedì 16 dicembre 2019

Per dirgli Ciao



Per dirgli ciao perché ho un ricordo bellissimo.
Un imprenditore giovane, più grande di me che conobbi nel ’99, grazie ad un suo consulente che era anche mio amico.
Mi parve sin dall’inizio un imprenditore diverso da quelli che avevo conosciuto fino ad allora. Uno di quelli con tanta fame, fame di cose buone, alla ricerca di nuove sfide e nuove vittorie.

Mi diede la possibilità di sperimentare la ricerca sociologica e la metodologia che avevo appreso all’università, nell’ambito della sua impresa. Fui subito colpito, dal primo incontro, mi parve un luminare, uno che non si accontentava semplicemente di vedere la fila contemporaneamente nelle quattro casse del suo negozio, ma uno curioso, che si faceva domande, che voleva capire cosa poteva fare di più. 

Mi sembrò subito una persona speciale, un po’ particolare, determinata e sicura. Elegante, poco sorridente, impostato e con lo sguardo di chi sa dove deve andare. 

Ero tornato in Sicilia da poco e non credevo che anche qui potessero esistere giovani di questa portata.

Grazie a lui compresi che anche qui era possibile fare un’impresa marketing oriented, incentrata sul valore delle risorse umane. Il suo staff era fatto di ragazzi giovani che gli dimostravano un forte senso di appartenenza e ammirazione. E questo a lui piaceva tanto.

Lo capì sin dall’inizio e mi diede una bella spinta, una scossa che mi portai come esperienza positiva che con piacere ricordo ancora adesso. 

Più volte andammo a cena insieme e durante quell’estate partecipai ad un grande evento aziendale in cui l’obiettivo era coinvolgere e far divertire i collaboratori. 

Mi sorprese la fiducia che ci dava a tutti. Ci conoscevamo poco, direi niente, ma mi fece sentire sin da subito una persona di cui si fidava.

Nel primo progetto di ricerca, avevo bisogno di intervistatori ed oltre a due suoi fidati, coinvolsi anche Liana. Fu quella una delle prime occasioni in cui si accese il fuoco, ma questa è un’altra storia.

Stava cominciando un’altra stagione della mia vita. Da lì a poco sarei partito per Trieste e lui divenne uno dei miei esempi, uno di quei pezzi del puzzle che ancora oggi sto cercando di comporre.

Mi sono nutrito della sua conoscenza, così come ho fatto con la gente incontrata negli anni precedenti. E’ il bello della conoscenza che quando si apprende ci si arricchisce senza nulla sottrarre all’altro.

La conoscenza è un pozzo profondo, inesauribile, in cui non dovremmo mai stancarci di abbeverarci. 

Eppure può capitare di ritrovarsi da soli, davanti ad un soffitto con la notte che sembra solo una nemica con cui fare i conti, perché il progetto a cui lavori non prende forma, o perché chi ti ha sempre sostenuto si è stancato di farlo. 

Le strade finiscono per tutti e so che potrebbe succedere anche a me e a te. La solitudine imprenditoriale è uno stato di pochi, difficile da condividere, oltre il cerchio magico.
La vita è un viaggio e non un mezzo.
Attraversiamo paesaggi di senso che non capiamo e in cui ci perdiamo, ma chi nasce per volare è impossibile trattenerlo a terra. Sarebbe come privarlo della sua natura. Per questo la vita è un viaggio! I mezzi sono le opportunità che ci creiamo e quelle che ci capitano, che a volte resistono ed altre volte spariscono.

giovedì 17 ottobre 2019

E’ la vita? No, sei tu



Ti ho incontrato vestito a festa. Sembravi felice, sorridente.
Come non sai essere. Come vorresti apparire. 
Affiancato dal tuo fuoco amico, sogni che nessuno ti venga a prendere.
Non sai scegliere e fumi ciò che ti passa davanti.
Sei dentro l’ennesima favola, pensi che stavolta sia diversa ma non sai raccontarla bene neanche a te, figurati a tuo figlio.
Ti senti solo avvolto dal tuo fuoco amico e non parti solo per restare.
Prometti più agli altri che a te stesso. E’ la vita? No, sei tu.
Sei sempre più lontano e non posso dirti niente.
Non posso raccontarti del cerchio magico, dal quale sei uscito in silenzio.
Le tue orme erano rimaste ma pian piano stanno sparendo. 
Non ho risposte per la tua rivoluzione. E’ la vita ed è solo tua. Addio.

lunedì 16 settembre 2019

Perché uccidere Montalbano?




Povero Commissario, vorrebbero ucciderlo.
Uccidere in senso lato, si capisce. Così scrive un giornalista.

Ma perché? Mi chiedo.

Perché pensare oltre Montalbano, quando ancora non si è fatto nulla per valorizzarlo e trarne un reale beneficio economico?
Ad oggi ci si è trovati coinvolti “passivamente” in un sistema guidato solo dagli episodi, prodotti anno dopo anno dal 1999, e trasmessi in Italia e nel Mondo: effetto cineturismo! 

Premesso che una destinazione turistica è tale quando entra nel linguaggio e nella mente dei viaggiatori per degli attrattori di forte riconoscibilità.
Attrattori che diventano motivazioni e che fanno sorgere nei viaggiatori il bisogno di andare a vedere quel posto.
Gli attrattori possono essere di varia natura: storico culturali, naturali, culinari, folcloristici, intrattenimento ecc. 

Perché Montalbano non potrebbe essere un attrattore a vita?

Perché lo è Harry Potter per Londra o per Porto e non potrebbe esserlo Montalbano per la provincia di Ragusa?

Dopo tanti anni, ancora oggi Matera, è ricordata per essere il luogo dove è stato girato la Passione di Mel Gibson. Parentesi: in questi giorni, per girare 18 minuti del nuovo 007, la città beneficerà di investimenti pari a circa 12 milioni di euro. Pensa a quello che succederà dopo la distribuzione nelle sale!

Il deserto a Sud della Tunisia è stato location di Guerre Stellari. L’anfiteatro di El Jam, sempre in Tunisia, è stato utilizzato per il Gladiatore e ancora oggi, dopo quasi vent’anni, è una meta per gli appassionati.

I luoghi del Trono di Spade? Prova a googlare!

Ciò che mi chiedo è: perché non non provare a valorizzare Montalbano, anziché vivere con l’eterna paranoia che l’effetto può svanire da un giorno all’altro.

Perché non museizzare i luoghi più importanti?

Perché non fare un museo su Camilleri? Perché non valorizzare - e scrivo valorizzare in termini di business - tutti i luoghi del Commissario?

Perché non fare degli accordi con chi detiene le licenze per fare merchandising sul Commissario, sui libri, sulle frasi, sulle immagini? E invece, in giro ci sono solo cineserie, anche di discutibile gusto, prodotte abusivamente da chi ha intravisto prospettive di guadagni facili.

Chi sostiene che Montalbano non può essere un attrattore eterno per il nostro territorio ha una visione miope. Ciò che manca è la capacità di creare imprese culturali che possano trarne un vantaggio economico creando “prodotti” per gli appassionati del personaggio e del genere.

Abbiamo, e lo avremo per sempre, un tesoro tra le mani che non sappiamo né riconoscere né valorizzare, ma in compenso siamo bravissimi a scrivere e a lamentarci che i giovani partono perché qui non hanno niente.

Che i giovani partano è giusto. Anzi, giustissimo. Anch’io a mio tempo sono partito. Succede in tutto il mondo. Perché da noi dovrebbero restare!
È giusto che partano, che vedano nuove terre, nuovi stili di vita, conoscano nuove culture, imparino nuove lingue.

È giusto che vadano lontano, per la propria strada. Se poi hanno voglia di tornare e creare nuove opportunità bene, anzi benissimo, ma se trovano la propria realizzazione altrove, perché dovrebbero tornare e vivere qui?

Succede da sempre e fa parte del ciclo della vita. Chi si lamenta qui, si lamenterebbe ovunque. Pertanto resto dell’idea che non bisogna smettere di studiare e di arricchire la propria conoscenza in continuazione, per cercare di vedere dove per gli altri non c’è niente.
Se poi l’aspirazione massima è quella di avere un piatto servito da un altro, continua a stare a casa dai tuoi che un piatto di pasta e una pacca sulle spalle non te la negheranno mai.

sabato 14 settembre 2019

Sistema Aeroportuale Sicilia. Cosa farei.



Mentre scrivo gli aeroporti hanno sempre meno viaggiatori perché le compagnie scelgono altre destinazioni. O semplicemente perché le destinazioni non riescono ad instaurare relazioni con i vettori. 
Non riescono a promuoversi.

Notizia delle ultime ore: da marzo 2020 ci saranno due voli al giorno da Comiso per Roma e per Milano a tariffe vantaggiose, grazie ad un contributo di 17 milioni di euro dalla Regione Sicilia.

E intanto Levante canta:
"Questo è il futuro che sognavi per te?
Credevi fosse più lontano, eh?"

Quand’è che lo capiranno i 4 aeroporti siciliani che devono fare fronte comune con una strategia unica avente come scopo la vendita della Sicilia come destinazione?

Fare sistema non è uno solo uno slogan (sempre sulla bocca di tutti, ma in realtà da tutti ignorato) ma la soluzione. 
Il Sistema Aeroportuale Sicilia deve essere un progetto con un duplice fine: la promozione e la vendita della destinazione Sicilia.

Un soggetto unico che attinge ad un portafogli finanziato in modo proporzionale da tutti e 4 gli aeroporti. Con risorse proprie e non con la Regione Sicilia.

Le compagnie non devono poter scegliere l’aeroporto di Palermo perché costa meno di quello di Catania. La Sicilia si estende su una grande superficie e, per coprirla tutta, è necessario puntare su tutti e 4 gli aeroporti presenti.

Bisogna convincere le compagnie che intendono investire, per esempio, su Palermo a prendersi anche Comiso, così come le compagnie che voleranno su Catania devono usare anche Trapani.

Una strategia semplice basata sul “ti do una cosa in cambio di un’altra”.

Ma prima bisogna fare un lavoro che sintetizzo in 7 step:
  • Scrivere quali sono le le peculiarità della Sicilia. Una sorta di manifesto con tutti i valori che ci contraddistinguono.
  • Selezionare il target destinatario (a chi lo devo vendere).
  • Impostare un piano PR per divulgare le peculiarità.
  • Trasformare queste peculiarità in qualcosa di materiale (come un bel regalo da inviare).
  • Recapitarlo al target destinatario
  • Innescare una relazione e convincerlo a venire in Sicilia per fargli toccare con mano quanto promesso. 
  • Se a quel punto non scatta l’accordo si riparte dal punto 1 perché insistere è una delle prime regole del marketing.

Quali sono le peculiarità da promuovere:
  • il clima mite tutto l’anno, ma in particolare da settembre a dicembre e da aprile a giugno.
  • tremila anni di storia e cultura da vedere e da vivere
  • le eccellenze gastronomiche e le stelle michelin
  • le spiagge e le scogliere più belle del Mediterraneo

Occorre semplificare l’arrivo di italiani e residenti negli altri stati d’Europa. 
Profilo: over 50, laureati, desiderosi di progettarsi la vacanza in autonomia, che navigano, che non vanno in agenzia, che prediligono l’extra alberghiero. Questi non possono arrivare con il teletrasporto.
Fin quando a Comiso o a Trapani non arriveranno aerei e negli altri 2 aeroporti i costi delle tratte saranno proibitive come in questi ultimi mesi, nessuno o pochi sceglieranno la Sicilia come destinazione, a discapito di Malta, Nord Africa e Grecia.

Il clima e tutte le peculiarità rimarranno solo ai siciliani che restano e nei ricordi di chi parte ancora oggi in cerca di fortuna.

Io non credo che occorrano grandi sforzi per fare questo tipo di programmazione e detesto chi potrebbe attuare piani del genere ma non muove un dito.
La gestione di un aeroporto è un’impresa come tante con un servizio da vendere alle compagnie aeree. Un servizio da vendere alle compagnie.

Sono ottimista e sono certo che si può fare anche se in questi giorni tra i ricordi aleggia quella volta che in quarta elementare, il maestro indicandomi sulla cartina della Sicilia il tratteggio dell’autostrada Siracusa Gela mi spiegava che era tratteggiato perché in fase di realizzazione. Sono passati quarant’anni e il tratteggio è ancora lì.

Mi scuso se questo post può sembrare superficiale ma avevo voglia di trascrivere un pensiero e di lasciarlo fluttuare in rete. Se vuoi approfondire possiamo sempre parlarne.

domenica 4 agosto 2019

Ai sognatori di sempre. Buon viaggio



Il mondo migliore è nei tuoi occhi, come lo era nei miei alla tua età.
Sei pronto: parti e non voltarti per il momento. Prendi ogni mezzo che puoi: scoprilo, gustalo e fallo tuo. 
Ma ricordati di ritornare ogni volta che puoi e porta i frutti raccolti. Mangiali insieme a chi ami e il seme non sprecarlo: piantalo!
La vita ti serve per cercare e per creare, non per trovarti.
Togli gli occhiali da sole quando sei in casa e fatti guardare negli occhi. 
Quel tuo ardore è da condividere, anche solo per un attimo, anche solo con pochi, anche solo con me che non mi stanco mai di assorbire.
E quando sarai da solo, in queste notti d’estate e non troverai la giusta posizione, darai la colpa al caldo e poi al caffè e poi all’anima ma la verità è nel tuo cuore che ti tiene sveglio.

Amare non è difficile. 
È più facile che dichiararlo.
È più facile parlare che partire.
È meglio scappare che morire.
È più facile sognare che sapere.

Guarderà i campi ingiallirsi e ti aspetterà. 

La strada gli sembra l’unica via per raggiungerti oltre oceano. Si ferma in un lago di campagna per stemperarsi, si sdraia sul prato, prende un filo d’erba e prova a sentire ciò che lo lega da sempre a questo posto. Arriva al porto e vede la nave in lontananza: è già salpata. 
Un giorno dopo l’altro la vita se ne va, e domani sarà sempre lo stesso giorno per chi si accontenta e rimane nel porto a guardare la nave.

«Se sognare un po’ è pericoloso, il rimedio non è sognare di meno ma sognare di più, sognare tutto il tempo», Proust.

venerdì 12 luglio 2019

Tre motivi e un grazie per dire che è già una buona estate.

Siamo davvero felici, come Scicli Albergo Diffuso, come operatori turistici, come cittadini e come quei viaggiatori che siamo giornalmente per il lavoro che facciamo.
Oggi siamo felici almeno per 3 motivi:
  • Il primo perché è uscito il calendario con tutte le manifestazioni che ci saranno a Scicli già a partire da questi giorni: teatro, cinema all’aperto, letture, incontri, letteratura, filosofia, ma anche Taranta e passeggiate tematiche, di cui per il primo anno una anche al cimitero monumentale.
  • Il secondo perché dopo anni che se ne parlava finalmente esiste, almeno stagionalmente, una linea pubblica di collegamento tra i luoghi turistici più importanti della provincia di Ragusa. Qui è possibile vedere le tratte e gli orari. Era da vent’anni che la aspettavamo!
  • Il terzo perché dal 19 luglio sarà commercializzata la Welcome Card di Scicli: una carta unica con la quale poter visitare tutti i siti culturali della città. Una tariffa unica: 20 euro per 13 siti culturali. La tanta teorizzata messa in rete finalmente è realtà. Un agire sistemico che fortifica tutti i siti, cosicché gli attrattori principali, come il Set del Commissario Montalbano, faranno da traino anche a quelli più deboli. Un raccontare la città condiviso che regalerà più emozioni, farà vivere più esperienze ai viaggiatori che ricorderanno Scicli sicuramente più di altre destinazioni.
È vero che sono tutte iniziative private ma è altrettanto vero che se non fosse stato per l’Amministrazione e in particolar modo per la tenacia dell’Assessore al ramo Caterina Riccotti, niente o pochissimo di questi 3 punti sarebbe andato in porto. L’aver fatto da regia e direzione artistica al calendario degli eventi. Essere stata sostenitrice e sempre presente ai tavoli in cui si è progettata la nuova linea di collegamento fra le località turistiche della provincia. E infine, aver insistito, mediato fra le varie associazioni che gestiscono i siti culturali e promosso personalmente la realizzazione della Welcome Card.
Grazie, da noi di Scicli Albergo Diffuso, per essere entrata nell’ottica dell’accoglienza e dell’ospitalità, come la intendiamo noi e come ogni città dovrebbe essere. C’è ancora tanto da fare, ma in vent’anni, in nessun comune della Sicilia si era visto concretizzarsi niente del genere, alla faccia di chi guarda sempre all’erba del vicino, di chi si lamenta per professione e di chi rosica perché deve stare dall’altra parte.
Buona estate a tutti!

giovedì 27 giugno 2019

Le Responsabilità?



M’incontra per strada, mi ferma per uno scambio di chiacchiere e si finisce sempre per commentare: ma è vero quello che dicono, quest’anno non sta andando bene, c’è molta meno gente, nelle borgate non c’è nessuno... e così via.

E lo stomaco comincia ad agitarsi, vorrebbe sputare fuoco con parole del tipo: ma se sei il solito leone che da anni fa sempre le stesse cose, come puoi pensare di ottenere risultati diversi? Cosa stai facendo per portare nuova gente nella tua attività? Che iniziative hai intrapreso? Hai dei clienti? Hai comunicato con loro? O li stai aspettando nella speranza che te li mandi qualcun altro?

Invece, respiro, mi trattengo, accenno un sorriso e mentre penso al leone che ho davanti, comincio col dirgli la mia verità:

Guarda che non è così! Noi stiamo registrando un incremento, anche se minimo, è comunque un segno positivo che non lascia intravedere preoccupazioni. Ospitiamo più gente rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Continuo e gli dico che non è come dici lui. Anche sul mare registriamo un incremento, ed è a doppia cifra. Quello che cerco di fare, insieme al mio staff, è tenere alta l’attenzione verso i nostri prodotti, sia da parte dei clienti che hanno già soggiornato da noi, sia attraverso tutti canali di comunicazione che abbiamo attivato per intercettare nuovi ospiti e per mantenere le relazioni con quelli che già lo sono stati.
Comodo è far cadere le colpe sugli altri. Lo Stato, le tasse, l’Amministrazione locale… hai sempre qualcuno con cui prendertela quando non accetti che è il tuo modo di fare a non produrre risultati.
L’assenza di progettualità, di strategia, di marketing, di un piano di acquisizione clienti, o l’essere circondati da persone che, secondo il tuo parere, non valgono niente, ti faranno annegare nella melma che tu stesso ti sei creato attorno.
Non puoi far cadere le colpe sempre sugli altri. Lo Stato, le tasse, l’Amministrazione comunale non c’entrano un caiser con tutti i tuoi problemi e con quello che mi vuoi dire.

Non è compito dell’amministrazione, né di nessun altro all’infuori di te, fare marketing per la tua azienda.

Semmai il compito di chi ci governa (sia a livello locale che nazionale) è fare marketing territoriale in cui il Paese diventa il prodotto da vendere.

La città con le sue risorse culturali e paesaggistiche, la qualità della vita, il suo clima mite tutto l’anno, il decoro urbano, la fruibilità e la vivibilità del centro storico, il cibo, le strade ben tenute... Un piano di promozione online e offline che punti ad esaltare queste caratteristiche, insieme agli eventi folcloristici e ad una programmazione culturale coerente alla vocazione della città stessa.

Ma per il resto, devi essere tu privato a muovere il sedere dalla sedia, perché se non fai niente e pensi solo alla tua attività che apri quando hai voglia e che, una volta alzata la serranda, aspetti che ti vengano a trovare... aspetta ancora un po’ che fra poco non avrai neanche questo impegno. E ti ritroverai a cercare le responsabilità in un nuovo capro espiatorio: il nordafrica, gli immigrati, la sea watch. Tutti responsabili dei tuoi mali. E le tue responsabilità?

Nel frattempo, dopo un quarto d’ora di chiacchiere, ci salutiamo ma ecco che arrivo un classico: mi raccomando se ti avanza qualche ospite mandamelo così faccio girare anch’io le mie case... 
Come se un ospite fosse un oggetto incapace di pensare e reagire e facilmente collocabile da un posto a un altro, come un vaso o un portafogli viaggiante.

Non è così che abbiamo costruito il nostro sistema di ospitalità. Non è così che può esserci un futuro in questo settore. Ospitalità non vuol dire solo buona educazione e buone maniere, ma far vivere esperienze positive che creano valore.

Se aspetti che le cose accadano da sole non accadranno mai. Devi sbracciarti, impegnarti e fare in modo che le cose accadano. Solo così puoi farle accadere.

mercoledì 19 giugno 2019

Dopo un concerto di Vasco



Uscire dallo stadio e sentirsi migliore, come il mondo desiderato da Vasco. Non è facile trovarsi una strada quando passa la necessità di andare.

Tutti abbiamo qualcuno a cui dedicare Vivere. Per sorridere dei guai e pensare che domani sarà sempre meglio. Domani. Domani sarà già tardi per rimpiangere la realtà. È meglio viverla. 

Non voglio spegnermi e nemmeno adesso vorrei stare spento per godermi il momento. Godermelo tutto fino in fondo, come durante le prime volte in cui tutto il mondo sembrava fermarsi e quel preciso istante ti faceva sentire al centro di un deserto.

Dei buoni e dei cattivi sono stato sempre distante. A volte poco, altre volte tanto. 

Sono estraneo alla menzogna. Non mi appartiene. Così come sto lontano da chi la pratica per piacere, per necessità, per abitudine. Ho raggiunto un compromesso con me stesso. Correrò sulla battigia senza voltarmi così non vedrò le onde cancellare le mie orme.

Chi mente, lo fa con tutti. Anche con te che ti credevi diverso. La bugia è una dipendenza che annienta il tuo vivere.
Se oggi non mi vedi, non preoccuparti. La nostra relazione era qualcosa di diverso. Tu hai le tue ragioni. Io sono un po’ stanco.

Non esiste una guida per tutti, perché rappresenta il punto di vista di chi la scrive.

Chi legge è sempre diverso da chi scrive.

L’importante è svegliarsi ogni mattina e sorridere. Anche dei guai. Se ti manca il sorriso non è un problema degli altri. Se non ricevi almeno una telefonata al giorno da un amico, non hai amici.

Ci sono giorni in cui la voglia di vivere e di libertà la trovi solo nella verità che, primo o poi, arriva silenziosa.

Il cielo non è per noi, ma per gli uccelli. Per noi c’è la terra da camminare e da vivere adesso.

C’è un treno che dagli anni settanta mi corre a fianco ed io corro senza poterci mai salire. Sono un’altra vita di quelle che non si sa mai.

Scappa, scappa. Più che puoi, più che puoi. La paura non è per tutti la stessa. Quante volte hai pensato non ce la farei mai senza di te. Quante altre, hai detto che non hai bisogno di nessuno, nemmeno di me. La vita sta in mezzo.

Passami un fazzoletto fino alla fine. La vita continuerà anche senza di noi.

Non dire mai bugie. Guarda il mondo con gli occhi più aperti senza nessun timore. Tra dire una bugia e tacere è meglio tacere. Le bugie lentamente ti asciugano fino a lasciarti da solo, proprio nello stesso momento in cui ti senti il re del mondo.

Pensata e scritta per chi si sente il re del mondo.

sabato 25 maggio 2019

Più bravi a ricevere che a dare



Pronti sempre per partire ma solo per vacanza, perché passiamo la maggior parte della vita immobili sullo stesso binario in cui ci hanno lasciato. Siamo piccoli e ignoranti ma ci sentiamo pronti a tutto, come se sapessimo tutto. Ed è questa sensazione che ci rende piccoli.

Siamo malati nei desideri. Sogniamo sempre che qualcuno ci possa guidare. Ma gli eroi vivi non esistono e la ciambella di salvataggio non può lanciarla nessuno di loro in questo paese.

Non possiamo rinunciare a pensare perché non tutto ciò che viene detto è vero.

E nemmeno ciò che viene ridetto, ripetuto e ridetto ancora, può diventare vero, se vero non lo è.

Goebbels sosteneva: «Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità». Lui era il ministro per la propaganda nazista.

La politica non è solo quella fatta dai mestieranti. La politica è schierarsi da quale parte stare, in tutti i campi, in tutti i settori, nella vita. È prendere una posizione. La politica è interessarsi di ciò che è fuori dalle mura di casa.

Dire la politica non mi interessa è esattamente come dire non m’interessa nulla di tutto ciò che c’è fuori.

Abbiamo sempre meno da offrire solo perché usciamo sempre meno di casa. 
Siamo più bravi a ricevere che a dare. Ciò che credi libertà di pensiero molto spesso è il pensiero di un altro. Uno di quegli eroi che si alternano nei talk show, ma l’eroe non è colui che ci dice ciò che vogliamo sentirci dire, per poi parcheggiarci e aspettare il prossimo.

Questa vita non è la tua se non prendi una posizione. Senza amore non puoi fare la rivoluzione.

Ti credi fuori dalla gabbia e non la riesci a vedere perché sei sempre più piccolo e la gabbia è sempre più grande.

Come vivrai lo decidi solo tu. Solo tu puoi scegliere per te. Certe scelte puoi farle una volta sola, non sprecarle.
Il tuo cuore è unico. Ciò che è intorno a lui cambia, il tempo lo modella, ma il battito rimane quello fino a quando non ci sarai più.

venerdì 5 aprile 2019

Se hai qualcosa da dire, puoi anche non dirla



Hai camminato sul lato selvaggio della strada. Hai cercato cibo per l’anima e un posto dove mangiare. Un posto dove sognare. Un posto popolare in cui ci si può alzare come in una canzone. Come un aquilone.
Se c’è una madre su quella barca con un bambino in braccio, forse è perché ha alle spalle un inferno che spera di non trovarsi anche davanti.
Senza una meta, senza una strada, senza sigarette ma con le dita che han lavorato la seta che indossi.
Ovunque bisognerebbe insegnare la cultura e l’accoglienza: nelle scuole di ogni ordine e grado, al catechismo, nelle scuole di danza e in quelle di canto.
Si potrebbe vivere di entrambi. Bisognerebbe impararlo. Basterebbe ridisegnare nuovi confini. 
Accoglienza e cultura, due ambiti diversi ma vicini e in forte interazione tra loro.
La cultura è conoscenza. La non cultura è ignoranza.
L’accoglienza è apertura mentale. La non accoglienza è chiusura.
Se hai qualcosa da dire, puoi anche non dirla. Se senti che hai qualcosa da imparare, fidati.

sabato 9 marzo 2019

C’è la strada in cui credi e il coraggio di andare



A Daniele e Tom. Scrivere pensando a loro, in questo pomeriggio di marzo, non avrei voluto farlo. Quando ascoltai l’intervista di Daniele l’immagine che avevo, nel mio immaginario, era di lui che tornava a casa vittorioso con il sorriso in faccia e in braccio il figlio. Quel figlio a cui dedicò le ultime parole dell’intervista.

“Mi piacerebbe essere ricordato come un ragazzo che ha provato a fare una cosa incredibile, impossibile, che però non si è arreso e se non dovessi tornare il messaggio che arriva a mio figlio sia questo; non fermarti non arrenderti, datti da fare perché il mondo ha bisogno di persone migliori che facciano sì che la pace sia una realtà e non soltanto un’idea, vale la pena farlo”.

“Non ci sono percorsi più brevi da cercare. C’è la strada in cui credi e il coraggio di andare”.

Andare incontro alla libertà è un buon motivo per cui vale la pena vivere.

Non ci sono percorsi più brevi. Ognuno di noi affronta le sue imprese. Possono essere epiche o ordinarie. È soggettivo. Restano comunque delle imprese.

C’è chi crede nei propri sogni e sfida lo status quo e chi aspetta, o peggio ancora pretende, l’aiutino. 

Chi fa impresa può essere un imprenditore come tanti o uno che, davanti ad una scalata da nessuno mai percorsa in salita, da tutti conosciuta come lo sperone della morte, ci dà una bella lezione di vita.

Affrontare uno sperone inviolato vuol dire avere il coraggio di affrontare l’ignoto.

Se per ogni cosa dici: "Lo farei se…" è già mezza cazzata. Cancella il se, altrimenti è imprenditoria di cittadinanza.

Due cose fondamentali ho imparato in questi anni: la differenza tra attività e passività (solo i primi generano energia, i secondi ti portano altrove) e che c’è vita solo sulla fastlane, altrimenti sei parcheggiato.

Non puoi fare la rivoluzione con le risorse degli altri. La rivoluzione di cittadinanza non esiste.

Ogni piccolo cambiamento puoi farlo solo se sei tu il primo a cambiare, anche una piccola parte, un microscopico pezzo del tuo habitat. Cambialo e poi allarga il tuo modo di fare e di agire. Impara le lingue dei paesi vicini e prova a immaginare come conquistare la tuo quota di cuore. Ops, intendevo la tua quota di mercato!

A volte per la fretta di realizzare i sogni si cercano soluzioni in altre fonti, ma ricorda che è importante non perdere il focus. Solo quando le piccole cose hanno conquistato più territori possibili, puoi immaginare altro. 

È giusto che in ognuno di noi ci sia ambizione e voglia di fare, cambiare il micro mondo che ci ruota attorno, ma è altrettanto giusto cominciare a fare, e non rimanere a guardare quello che fanno gli altri in attesa del reddito di cittadinanza.

Vivo in Sicilia e sono la Sicilia che i miei e i tuoi figli erediteranno. Sono un microscopico chicco di caffè nel bel mezzo di una montagna di tè, ma voglio cambiare questa terra. E’ un impegno che ho preso con me stesso da quando sono ritornato.

Non mi candido in nessun partito, non mi interessa e non ho intenzione di partecipare a nessuna competizione elettorale, ma voglio un cambiamento che dal mio cuore possa partire e diffondersi in ogni dove, senza limiti, senza confini, senza orizzonti.

Il fuoco diventa sempre cenere e un giorno lo diventerò anch’io e voglio essere disperso nell’aria. 

Sarà la volta buona che contagerò qualcun altro? 

giovedì 21 febbraio 2019

Ogni domanda è una via verso la libertà



Non c’era il tuo nome nella lista, l’ho scoperto solo ora. Avevi paura? Non devi averne. Te l’ho già scritto altre volte. La paura è di chi vede la morte prima della vita.
Le idee, anche quelle che ci sembrano geniali, qualcun altro le ha già pensate e probabilmente ha già cercato di realizzarle senza riuscirci. Perché dovresti riuscirci tu? 
I nostri sogni, le certezze, tutti i progetti sono come i rami di un albero: quando si seccano devono essere tagliati. Non c’è orgoglio che tiene davanti a questo teorema. 
Accontentarsi ti rende prigioniero. È un dovere pensare in grande. Non puoi accontentarti di dieci metriquadri di verde, quando puoi conquistare una distesa di alberi infiniti.
La via verso la libertà non può risiedere solo nei tuoi sogni. Mentre scrivo sono in volo e da qui la visione di libertà è più semplice, anche da seduto, costretto nella solita poltrona che sembra sempre più stretta, sempre più piccola, nonostante non sia né ingrassato né più alto.
Non accontentarti mai se vuoi essere libero di decidere senza dover dare conto. Non ti cullare sulla tua amaca, nella tua cameretta, sulla poltrona dell’ufficio che qualcun altro ti ha arredato. Da questi posti non riesci a vedere, non riesci a spostare l’asticella, a guardare oltre i dieci metriquadri di quello spazio verde che chiami giardino della villetta a schiera che ti sei fatto con un mutuo di trent’anni. 
Se non ti poni costantemente delle domande, se non riesci a leggere dentro il tuo bilancio, quali risposte ti aspetti, se non quelle che ti servono gli altri. Ogni domanda che ti poni è una via verso la libertà, solo se ti sforzi di trovare le risposte e le puoi trovare scavando nei tuoi dati, imparando a leggerli e interpretarli. 
Sbaglierai, certo che sbaglierai ma non sbaglia solo chi non fa, chi osserva dalla sua amaca, dalla cameretta o dalla poltrona dell’ufficio che qualcun altro ha creato.
Non esiste un ascensore sociale. È solo un’illusione. Nella nostra realtà ci sono solo scale da salire a piedi. Ti puoi voltare, anche spesso, ma non devi scendere. Non fa parte della vita. La libertà risiede in alto e chi scende ha fallito la sua missione, la sua ragione sociale.

giovedì 31 gennaio 2019

Imprevedibile e sorprendente. Come la vita.



Non sono bastati 25 anni di patente e aver cambiato 5 auto per sapere che nel cruscotto la freccetta accanto all’icona del distributore indica in quale lato si trova l’imbocco del carburante.
La vita reale è imprevedibile e sorprende sempre perché questa chicca l’ho imparata seguendo una lezione in un corso per albergatori.
Da oggi anche tu non lo dimenticherai più.

venerdì 18 gennaio 2019

Sei come un Samsung che pretende di innovare?



Il tuo coraggio a volte è come una pozzanghera che si forma dopo un temporale estivo: basta veramente poco per essere asciugata dal sole. E rimane solo la paura.

Affacciati alla vita, poniti domande e non ti stancare mai. Le domande portano alla conoscenza e la conoscenza è potere. Impara quante più lingue puoi perché è solo la capacità di comunicare che ti permetterà di non avere paura. E questo me lo ha detto una delle persone più umili e ricche allo stesso tempo che ho incontrato.

Il coraggio di dire ciò che si pensa non significa dire la verità. O le giuste cose. Il coraggio di andare è più lento della voglia di arrivare. È solo quando non credi in te stesso che cominci a screditare gli altri. Altrimenti che bisogno ne avresti?

Ci vuole coraggio anche ad acquistare libri. Lascia perdere gli eBook e tutte quelle cose che ti illudono di possederle. La cultura è materia. Compra libri e comprane tanti, anche se poi non li leggi. Restano un valido supporto a cui puoi appoggiarti in qualsiasi momento. Comprali anche solo per estetica. È sempre meglio essere circondati da libri che dal niente.

Se il tuo mondo piccolo è fatto di copiaeincolla finirai per essere come un Samsung che ha la pretesa di innovare.
Focalizzati su ciò che sai fare e se non sai innovare accontentati, sarai sempre un subordinato, anche dietro la tua esserrelle.

Abbi il coraggio di affacciarti alla vita senza per forza avere delle alternative.

Trova la tua strada, provale tutte quelle che hai davanti e se nessuna ti porterà nel posto che pensavi, sbracciati, allaccia bene le scarpe e comincia a percorrerla.
Fai come quei camminatori senza nome e senza età che hanno una meta da raggiungere. Oltre ogni mare c’è sempre una spiaggia.

I sentieri di campagna sono strade che non esistono nelle mappe. Spesso sono strade percorse da qualcun altro prima di te. Prima da uno, poi da un’altro e poi da un’altro ancora. Più vengono battute dai passi e più diventano sentieri, più diventano vere fino a finire sulle mappe.

C’è un detto americano “a un cane vecchio non puoi insegnare giochi nuovi”

Spesso la vita è come andare in palestra. Il momento più difficile è quello in cui decidi di andare a iscriverti, poi se sei motivato diventa un piacere insostituibile per il corpo e la mente.

Il coraggio è provarci. La paura è fermarsi. Il coraggio non è vincere, ma la consapevolezza che oltre la paura si può andare.