Splendidi amici quarantenni, non è giunta l’ora di ricominciare né quella di finire.
È semplicemente arrivato il momento e basta.
Pensate che se tutto va bene siete a metà strada e ciò che incontrerete da adesso in poi, per la prima volta dipende (più di prima) solo da voi, perché se fino adesso c’è stato qualcuno che ha influito sulla vostra strada, da ora in poi non sarà più così!
Sto esagerando, forse, ma questo è un blog fatto apposta.
Più svelta, più svelta disse la Regina ad Alice. Ma alla fine della corsa si ritrovarono sotto lo stesso albero da cui erano partite.
Alice, allora, chiese alla Regina: nel mio paese quando si corre si arriva sempre in un posto diverso.
E la Regina le rispose: in questo mondo per rimanere fermi bisogna correre tanto. Per raggiungere altri posti, invece, è necessario correre il doppio.
La corsa in questo caso mi piace pensarla come al sogno, quindi sognare è normale, lo fanno tutti, ma per realizzare dei grandi sogni è necessario sognare il doppio. Il sogno deve superare i limiti del possibile e non deve avere confini.
Il sogno è sostanza vitale per la mente prima e per il corpo dopo.
I sogni rappresentano la visione e per non rimanerne incastrati è necessario progettare, impegnarsi, analizzare, disegnare e scrivere ciò che si vuole realizzare.
Chi non sogna muore lentamente. Chi non ha progetti non allena la mente ed è pronto a subire.
Attenzione, quando scrivo di progetti non mi riferisco a qualcosa di preciso e circoscritto, ma a tutto: a un viaggio, a un amore, alla famiglia, a un’impresa, a una migliore qualità della vita, alla vita, a qualunque cosa capace di trasformare in reale ciò che è immaginario.
Soprattutto adesso che avete quarant’anni è arrivato il momento di convincervi che questo dipende solo da voi, dall’artista che avete dentro. Ognuno di noi ne ha almeno uno che tira fuori solo quando decide di farlo, quasi sempre quando è da solo, perché l’artista si vergogna di apparire, è timido e sta sempre un gradino sotto. Spesso è soppresso dalla tua stessa resistenza: tutti ne abbiamo una. È la controparte! Riconoscila per conviverci e sfidala ogni volta che lo ritieni opportuno.
Questo pezzo è dedicato ai miei amici che sono in paranoia per i 40 anni e a quelli che li compiranno, me compreso, anche se i numeri per me non hanno mai contato un granché.
Della sconfitta non vorrei parlare, ma del suo sapore si, perché è sempre diverso, soprattutto dopo aver sfidato lo spazio e il tempo, il giorno e la notte. Dobbiamo essere sempre pronti alla sconfitta anche se l’unico desiderio è la vittoria. Siamo uomini e gli unici limiti a cui dobbiamo credere sono solo quelli che ci impone quella realtà che non possiamo cambiare.