martedì 9 novembre 2021

Fear is not an option



Ho comprato da Mimmo questa felpa solo per la scritta. 

Volevo tatuarmela addosso. In questo periodo. In questi giorni. 

Adesso che mi viene voglia di scrivere. 


L’ipocrisia è una pericolosa malattia dell’anima dice Papa Francesco.



Il tempo per imparare è sempre un tempo sporco, non come quello per ascoltare.


C’è sempre tempo per imparare, ma non c’è mai tempo per ritornare. 


Vita, potrei scrivere di quanto mi hai dato già ma non di quanto mi hai sottratto. La riconoscenza e il suo contrario non sempre vanno manifestate.


L’orologio che da dietro i banchi non girava è una stupida sensazione che si prova solo sotto i vent’anni.


Non ricordo mani calde ma solo pensieri incandescenti. 


Le notti andavano mentre la faccia e il corpo si coprivano.


Spiagge, disco, moto e lunghi inverni che mai erano lunghi quanto i giorni di lockdown.


E oggi che potrei realizzare preferisco ancora sognare, come quando fuori mi piaceva vedermi riflesso sulle vetrine passando con la moto. Lo faccio ancora oggi, di tanto in tanto, quando passo in auto, ma oggi ho più paura.


Allora erano altre le paure e per stare bene bastava poco. Credevamo nella libertà mentre attorno ci costruivano gabbie di vetro.


Nei miei ricordi ci sono gli occhi, le facce, i capelli e quei sorrisi. Sono tatuati nei miei pensieri come certi tramonti.


Felicità che non comprendevo e di cui solo oggi riesco a goderne in pieno.


Perché nessuno ci ha insegnato a godere del presente? 

Perché avevamo solo voglia di crescere? 

Perché volevamo solo fuggire e oggi solo di partire? 


Cadevano le stelle e ce ne accorgevamo solo quando ci colpivano. Oggi scrutiamo il cielo in silenzio, nelle notti d’estate, mentre i nostri figli distratti guardano altrove.


Siamo stati figli e anche noi guardavamo altrove ma il nostro altrove, come sempre, come in tutto, era un altro.


Mi sono trovato peggio di come mi ero lasciato. E queste righe forse lo dimostrano o forse sono la prova di una nuova maturità (vecchiaia non mi piaceva scriverlo): quella quattro punto zero.


Non posso più ritornare e non voglio rivedere il 1990. Ho riso in faccia a quegli anni con la superficialità e l’abitudine di chi deve ancora scoprire tutto e pensa di essere pronto a tutto.


Tutti abbiamo dei segreti. Sono come l’ombelico: ognuno ha il suo e ci lega al resto della vita.


Cosa c’è di più difficile della felicità in questa vita?


C’è solo una cosa che ho capito della felicità.


Se non ne dai, non ne puoi avere. 


Se non la produci non ti viene a cercare.