Tu pensi di conoscerla perché qualcuno te l’ha indicata o prima di te l’ha percorsa. Perché prima ancora qualcun altro l’ha immaginata, disegnata e poi creata.
Ti convinci di domarla, di poterla abbracciare, ma lei scorre.
Imprevedibilmente va.
Senza indicazioni, senza raccomandazioni.
Ti mette a nudo e ti fa sentire solo. Vorresti potergli girare le spalle e tornare indietro, ma ti giri e sei in mezzo al mare. C’è solo mare. E la terra non si vede.
Quando ti accorgi di essere, ti senti solo. In realtà lo sei da quella volta che ti sei trovato a camminare e a non riconoscere niente davanti a te, a non avere punti di riferimento e camminare lo stesso.
A volte sei solo e ti vuoi illudere di non esserlo, ma lo sei sempre in certi momenti: quando devi decidere o quando devi resistere.
Ti convinci che c’è una luce, ma è solo una presenza.
Credi, per non sentirti solo.
Aspetti un miracolo che non arriva, mentre il mondo va. Imprevedibilmente va, più di ogni cuore.
Forse il miracolo è esserci adesso.
È aver vissuto. Essere stato figlio. Quello che non ti occorre. Questi attimi con te. La consapevolezza che la parola gratis non esiste.