Nel 1993 ho aperto un conto al Banco di Sicilia
(oggi Unicredit). Per svariate ragioni nel corso degli ultimi anni ho pensato
più volte di chiuderlo: prima perché un operatore mi ha suggerito un’operazione
sbagliata, poi perché tutte le volte che ci andavo non mi sentivo un essere
umano ma un alieno sulla luna (e non sulla terra), poi perché la volta che ho
chiesto il POS per la mia attività imprenditoriale mi hanno presentato costi stratosferici,
poi perché gli operatori (una in particolare) non sorrideva mai, poi perché ho
saputo la storia di Gheddafi... ma ogni volta, per un motivo o per un altro
riuscivo a mettere da parte il malessere con auto giustificazioni di
circostanza.
In fondo, era la mia prima banca, quella con
cui ho aperto il primo conto quando cominciai a frequentare l’università. Si
chiamava “30 e Lode” ed era economico nella gestione perché, come mi spiegò ai
tempi l’operatore, per loro rappresentava un investimento che avrebbe reso dopo
la laurea, quando sarebbe diventato un conto “normale”.
Finalmente nelle scorse settimane, grazie alla
complicità di un operatore di un gruppo bancario concorrente (che per lavoro
avevo avuto modo di conoscere a giugno) ho deciso di staccare la spina, così,
insieme a lui, ho fatto la disdetta e poi inviato la raccomandata.
Da quel giorno sono stato in allerta perché mi
aspettavo minimo una telefonata da parte di un operatore (sarebbe stato meglio il
direttore) per avere mie informazioni, quindi ero un po' preoccupato di fargli conoscere
le motivazioni di tale scelta.
Ma per fortuna niente di tutto ciò!
Forse non ero un cliente interessante ma
neanche loro sono una buona banca perché non gli interessa proprio niente dei
loro clienti: in quasi 20 anni mai una chiamata o un segnale di vicinanza né
tanto meno si sono preoccupati di sapere perché dopo tanto tempo un loro cliente
li lascia.
Queste sono o no delle valide ragioni per non
scegliere Unicredit come vostra banca?