Il suo mestiere, la sua professionalità, la sua Arte, oltre ad essere sottovalutati, spesso vengono indossati come abiti rubati da chiunque organizza un piccolo evento, apre un negozio ecc.
Mi capita spesso di vedere manifesti incomprensibili, poster illeggibili per l’accozzaglia di cose che contengono e insegne che sono dei semplici punti luce nel cuore della notte…
In questi giorni all’ingresso della città venendo dal mare veleggia uno striscione su fondo bianco indecifrabile, quindi inutile.
Fatica sprecata (per attaccarlo in alto ai 2 pali dell’incrocio).
Soldi mal spesi (per averlo stampato).
Tempo buttato (per averlo pensato).
Ho intuito cosa pubblicizza solo perché conosco l’evento, in quanto sono stato coinvolto marginalmente come fornitore di altri servizi.
Tuttavia mi sono chiesto perché il mestiere del grafico è così sottovalutato? Perché tutti si sentono in dovere di essere grafici? Perché ogni volta che si organizza qualcosa ci si sente obbligati a mettere lo zampino anche nella comunicazione?
Questo capita soprattutto quando il coordinatore dell’evento non capisce che coordinare non vuol dire fare. E che la progettazione della comunicazione equivale a quella di una casa.
Vi fidereste mai di far progettare la vostra dimora da un benzinaio o da un barista?
E allora perché dovrebbe essere in grado di realizzare una comunicazione vincente?
La comunicazione è quell’azione che mette in comune un mittente ed un destinatario di un messaggio. E’ fin troppo elementare come concetto! O no? Eppure i soliti tuttofare continuano a non comprenderlo, o forse semplicemente si rivolgono al più scarso dei tanti grafici presenti in città.