venerdì 26 agosto 2011

Internet per Farsi Trovare



Con quale strumento cominciamo una ricerca quando abbiamo la necessità di trovare un indirizzo o un numero di telefono.
Uno su tutti, quello più immediato, più facilmente reperibile, è sicuramente la rete, internet. Basta accendere un computer, collegarsi, scegliere un motore di ricerca e digitare le parole chiave: il nome, il settore o qualsiasi indicazione che si avvicina all'obiettivo. Premete invio e il gioco è fatto.
E’ tanto facile quanto banale, quello che ho scritto.
Eppure ci sono ancora tante aziende, soprattutto piccole, che dimenticano puntualmente di aggiornare i loro dati proprio su internet, lo strumento più utilizzato per fare ricerche.
Mi succede con le pizzerie, i bar, le edicole. Aziende che nel razionalizzare le spese hanno cambiato gestore telefonico o si sono spostate in un nuovo locale, cambiando quindi numero di telefono o indirizzo.
Per questo suggerisco a tutti di monitorare e aggiornare costantemente le informazioni di base presenti su internet. Cominciate subito, scrivete su Google il nome della vostra attività e verificate i dati. Se sono corretti, bene, altrimenti  aggiornateli presto. È un suggerimento semplice e immediato che non vi farà perdere clienti né finire nel baratro degli sconosciuti.

lunedì 22 agosto 2011

Il Grafico Pubblicitario è il Professionista più Derubato



Il suo mestiere, la sua professionalità, la sua Arte, oltre ad essere sottovalutati, spesso vengono indossati come abiti rubati da chiunque organizza un piccolo evento, apre un negozio ecc.
Mi capita spesso di vedere manifesti incomprensibili, poster illeggibili per l’accozzaglia di cose che contengono e insegne che sono dei semplici punti luce nel cuore della notte…
In questi giorni all’ingresso della città venendo dal mare veleggia uno striscione su fondo bianco indecifrabile, quindi inutile.
Fatica sprecata (per attaccarlo in alto ai 2 pali dell’incrocio).
Soldi mal spesi (per averlo stampato).
Tempo buttato (per averlo pensato).
Ho intuito cosa pubblicizza solo perché conosco l’evento, in quanto sono stato coinvolto marginalmente come fornitore di altri servizi.
Tuttavia mi sono chiesto perché il mestiere del grafico è così sottovalutato? Perché tutti si sentono in dovere di essere grafici? Perché ogni volta che si organizza qualcosa ci si sente obbligati a mettere lo zampino anche nella comunicazione?
Questo capita soprattutto quando il coordinatore dell’evento non capisce che coordinare non vuol dire fare. E che la progettazione della comunicazione equivale a quella di una casa.
Vi fidereste mai di far progettare la vostra dimora da un benzinaio o da un barista?
E allora perché dovrebbe essere in grado di realizzare una comunicazione vincente?
La comunicazione è quell’azione che mette in comune un mittente ed un destinatario di un messaggio. E’ fin troppo elementare come concetto! O no? Eppure i soliti tuttofare continuano a non comprenderlo, o forse semplicemente si rivolgono al più scarso dei tanti grafici presenti in città.

domenica 21 agosto 2011

La Commessa è Morta


Quella fredda, che ti accoglie con il sorriso finto, che la prima cosa che ti dice è "Prego desidera", il classico degli approcci che ti fa venire voglia di scappare, soprattutto se continua con "Come posso aiutarla".
E ti vengono i brividi perchè capisci che non ha per niente voglia di aiutarti.
Questa commessa è morta e presto ucciderà anche il negozio per cui "lavora".
La commessa di oggi non può essere una bambola messa lì per riempire un vuoto che tale rimane anche con la sua presenza.
Per questo anche il termine commessa deve essere sepolto.
Anche consulente mi piace poco. Oggi ci sono troppi consulenti, più dei lavoratori!
Non mi piace, ma preferisco il passaggio di ruoli (che rappresenta anche un'evoluzione) da commessa a Socia. Socia dell'azienda per cui lavora (deve essere per forza legata all'azienda, così come la sua produttività). Socia del Cliente che si servirà delle sue conoscenze tecniche per soddisfare un proprio bisogno e migliorare il suo stato.
La Socia è una tipa attiva, sveglia, pronta ad aiutare, a risolvere problemi, a fornire contenuti, a riempire il tempo, a realizzare sogni.
Se le Socie non realizzano sogni sono delle Commesse.

venerdì 19 agosto 2011

Il Senso della Vita è



Pensare di poter sistemare e risolvere tutto è un errore. 
Il mistero della vita è che il male esiste, che le tensioni non possono essere soppresse e che noi ci siamo dentro; che si deve fare il possibile, senza lasciarsi dominare e senza mai ritenere di possedere la verità assoluta. 
Bisogna accettare la condizione umana, sapere che un certo dubitare non si oppone alla fede; 
sapere che il senso di contingenza è necessario alla nostra vita. 
Devo rendermi conto che sono una parte di questa realtà e che non spetta a me controllarla;
scoprire il senso della vita nella gioia, nella sofferenza, nelle passioni; 
invece di lamentare la difficoltà del vivere, rimandando ad un giorno che non arriva mai il momento di godere profondamente di questa vita, trovare questo senso in ogni istante.
Raimon Panikkar


In foto un olio di Valentina Minutoli

mercoledì 17 agosto 2011

Essere Se Stessi, ma anche Legati agli Altri



Essere un filo di un indumento più grande: forse è questo il senso ultimo del mio essere. 
Essere me stesso, senza confondere la mia specificità di filo diverso da ogni altro, e insieme, però, unirmi ad altri fili, perché un filo ha senso solo se si unisce ad altri fili, come una nota ha senso solo se si unisce ad altre note, come una lettera ha senso solo se si unisce ad altre lettere e così forma parole, e poi frasi, periodi, magari anche racconti, novelle, romanzi, poesie... 
Vito Mancuso

giovedì 4 agosto 2011

Solo Chi fa Ottiene


In India, una terra che ho viaggiato qualche anno fa, dicono che ad uccidere non è il veleno del serpente che ti morde, ma il Tuo sangue che lo mette in circolo nel tuo corpo.
Questo detto, così come l’India, mi ha folgorato. L’ho elaborato e per giorni me lo sono portato dentro fino a quando sono riuscito a contestualizzarlo alla mia realtà.
Ho pensato al vicino di casa, al collaboratore, a chi è lì pronto a sputare veleno al tuo passaggio, sul tuo lavoro o sul tuo comportamento.
Quindi, ho immaginato un laccio emostatico virtuale da tenere sempre in tasca pronto per essere utilizzato quando lo ritieni opportuno. A volte me ne dimentico ma spesso lo tiro fuori perché mi piace più guardare al cielo che alla terra.
Solo così, bloccando il flusso e lasciando che il veleno non si metta in circolo, è possibile avvicinarsi alla propria natura.
Ci vuole molta forza.
Consapevolezza e sorriso.
Lo so che non è roba per tutti, ma se stai leggendo tu non sei tutti, quindi ce la puoi fare.
Con questo non sto dicendo che è sempre colpa nostra, perché non è di colpe che sto parlando e nemmeno di cause. E' un fatto di visione della vita, di azioni, perché per essere è necessario fare, così come per ottenere.