giovedì 28 aprile 2022

Porto Franco




Quanto dura poco l’adolescenza! Eppure quando superi i quaranta sembra un’eternità. Quei ritmi scanditi dalle due o tre cose che ci tenevano impegnati, oggi sono lontani anni luce.

Sembra un attimo e ciò che ci faceva impazzire è solo un ricordo parcheggiato in un angolo della memoria. 


Non potrai ricordare tutto e quando gli altri ti parlano dei loro momenti con te, capita spesso che non ne hai nemmeno un vago ricordo. 


Ti ricorderai qualche amico, un’emozione forte, un’alba, la prima volta che hai amato.


Ti ricorderai una luce.


Cosa saremmo senza luce?


Non hai la forza, forse, per tentare di cambiare il tuo avvenire. Il mondo gira sotto i tuoi piedi e non ti accorgi di niente. Hai paura di scoprire libertà che non vuoi avere, al riparo di una cittadinanza che fa reddito.


Ti sei mai chiesto quale funzione hai?


Possiamo muoverci anche nel buio, dentro verità che sono solo nostre. C’è un tempo per tutti, anche se tutti ci perdiamo solo nello spazio.


Il senso del possesso è forte fin quando non possediamo. Vorremmo possedere tutto. Siamo tormentati dalle cose, quando dovremmo solo sforzarci di cercare la luce. È solo la luce che può farci andare oltre.


Dovremmo spostare l’asticella perché non si può vivere di soli io. 


Ti sei mai chiesto quale funzione hai?


Dovremmo vivere ogni momento senza danneggiare nessuno. Per quanto semplice, questa dovrebbe essere la nostra missione.


Non so cosa ci sarà dopo, conosco solo una parte di ciò che sto vivendo. Forse dovrebbe bastarmi o forse no. Perché dovrebbe interessarmi cosa ci sarà dopo?


La luce si unisce allo spazio, in una cosa sola, indivisibili.

sabato 16 aprile 2022

Un orizzonte in movimento



A volte esco a piedi, per passeggiare in quelle vie che mi hanno visto crescere. Non ritrovo nessuno: amici, vicini di casa o quei passanti che scandivano le giornate. Però mi sembra di sentire lo stesso profumo di quei quattro angoli e  dell’olio bruciato dai quattro tempi. Ricordi che come ombre mi passano accanto e mi accompagnano in questo strano porta a porta.  

Ho tante scarpe nella cabina armadio eppure metto sempre le stesse. Tutto sembra uguale come se non fossero mai passati trent’anni. Quante parole non ci siamo detti, quanti pianti ci siamo nascosti e quante emozioni non abbiamo mai identificato.


Una stanza ci sembrava il mondo e fuori c’era un universo a cui non avremmo mai rinunciato. Quante scoperte in pochi anni. Tutto sembrava infinito, senza fine davvero, anche se poi ritornavamo ognuno a casa nostra.


La verità sembrava essere una soltanto e noi correvamo a caso per scoprirla, ma l’unica verità che resta è che da quelle vie ci siamo passati. L’unica certezza è che lì ci siamo cresciuti. Tutto il resto è cambiato, compresi i nostri sogni.


Parole mai pronunciate, sorrisi negati ed emozioni soffocate.


Nelle feste c’era chi ballava e chi come noi faceva ballare. Scratchavamo con le mani e non solo per trovare nuovi suoni e nuovo corpi da esplorare.


Quante parole sono rimaste in sospeso. Quante lacrime nascoste sotto le coperte. 


Siamo partiti per non ritornare più e invece eccoci qui con una vita a rate e il passaporto vuoto. A cosa è servito arrivare fino a qui? Ad alimentare quel fuoco negli occhi di chi cresce. 


Non dovremmo usare il tempo per lamentarci ma per fare qualcosa che cambi le cose per cui ci lamentiamo.


Non succede niente a caso. Tutto ciò che accade è sempre una conseguenza.


L’orizzonte si è spostato ancora una volta.