Perché mai dovresti cercare un orizzonte se non sai guardare oltre quel muro di pixel?
Non ci sarà un futuro all’altezza dei tuoi sogni semplicemente perché fai fatica a guardare. Nessuno ti ha insegnato come fare, ti manca l’alfabeto dell’osservatore.
La vita a scorrimento verticale è vita, ma se prima per sconfiggere la noia ti lasciavi trasportare dalla fantasia, oggi ti distrai solo con un dito che scorri su e giù su un display.
C’è chi vive credendo nel reddito di cittadinanza come soluzione, quando invece dovrebbe essere solo uno stato transitorio per evitare disagi e povertà.
Poveri e smarriti in milioni di pixel, in formule e algoritmi, incapaci di gestire una compostiera.
Quanta violenza sotto questo cielo, tra invidie e apparenze che ti fan sentire simile ai tuoi idoli. Uomini che uccidono altri uomini con una naturalità sorprendente. Tutti vogliono tutto per poi accorgersi che è niente.
La miglior vendetta? La felicità.
Non c’è niente che faccia più impazzire la gente che vederti felice.
La base non pensa perché è vuota. Non ha strumenti per muoversi nella complessità che la circonda e trova negli slogan pane per i propri denti. Gli italiani sanno leggere ma non riescono a comprendere il senso delle parole (cit. OCSE).
Bisogna ripartire dalle case, dalle tavole, dagli sguardi e dall’ascolto: la famiglia è l’origine della civiltà.
Ci sono delle citazioni prese qua e là, da Renato Zero ad Alda Merini, passando per Umberto Galimberti e Samuele Bersani. Le ho tagliate, cucite e remixate. Chi è stato deejay, lo sarà per sempre.