Mentre il vinile gira sempre con la stessa apparente velocità, tutt'intorno cambia, sbiadisce l'etichetta e la testina suona un beat.
Le mani sono alzate verso un cielo sempre più basso, ed il nostro concerto si evolve verso assoli sempre più corti.
Nel frattempo il piatto gira. Tutt'intorno si elettrica sempre più e ci si isola sempre più.
Il reef della chitarra introduce la seconda strofa mentre la mano si agita in un andirivieni sempre più veloce: è skretch che diventa ritmo, mentre il pubblico si ostina a salire su giostre che non girano più.
Vedere il vinile ondeggiare sul piatto è un altalenare tra testo e musica, tra risate e bugie, tra un destino che diventa realtà, oltre l'essere figli, oltre l'essere padre, oltre tutto.
Tutto è possibile senza alzare mai la voce.
La resurrezione parte da qui. Dal vinile che ci riporta al mondo che sognavamo di cambiare. In meglio.
È tempo di risorgere anche per questo.