Quanto mi piacciono le stazioni di Sicilia: i loro odori, le rotaie che scintillano.
Mi emozionano perché hanno pochi binari, perché sono simbolo di lentezza, il giallo delle erbacce, le panche in legno dismesse.
Hanno un fascino unico e mi esaltano. Un mix di tristezza e gioia.
Quanti ricordi e quanti viaggi con la Freccia del sud che prendevo a Bologna. Le dormite nei corridoi tra le valigie e il caldo infernale dell'impianto di riscaldamento.
Ma le stazioni sono state sempre per me luoghi di grandi ispirazioni, in cui si elabora il viaggio e si pensano tante cose. Sono posti in cui si aspetta, in cui si legge, si ascolta musica, si guarda la gente vivere la loro quotidianità.
Mi sono fermato in tante, non saprei contarle.
Dalle stazioni si parte sempre. Sono luoghi di eterna partenza. Anche quando si arriva. Ed è questo senso di continuo movimento che mi piace.
Le stazioni sono un varco. Un invito al viaggio. Anche quando sono chiuse o dismesse.
Sono i treni che non aspettano, anche per questo li detesto.
Ciò che ti auguro è di fermarti in tante stazioni.
Ciò che ti auguro è di fermarti in tante stazioni.