giovedì 9 luglio 2015
Aumento dell'Imposta di Soggiorno a Scicli? Follia e Scelleratezza!
Da rappresentanti del sistema Ospitalità Diffusa, ci teniamo ad esprimere il nostro punto di vista in riferimento alle ultime modifiche apportate al regolamento sull’imposta di soggiorno.
Un intervento che interessa tutti gli operatori ed in particolar modo B&B e Case Vacanze, ovvero quei proprietari di piccole strutture ricettive, residenti a Scicli, che hanno individuato nella gestione dei loro beni immobili ai fini turistici una preziosa fonte di reddito. Nel loro caso, l’importo è stato addirittura quintuplicato, passando da euro 0,50 a euro 2,50 al giorno senza considerare che, per le prenotazioni effettuate prima dell’entrata in vigore di questa modifica, probabilmente saranno loro a dover pagare la differenza tra la precedente tariffa e quella attuale.
Questo aumento, a nostro avviso inopportuno, ci pone -come destinazione turistica- in una posizione di netto svantaggio rispetto ai vicini centri di interesse storico e artistico, quali Ragusa, Modica, Noto ecc. Non ci sorprenderebbe se tale evenienza dovesse condizionare negativamente il viaggiatore nella scelta della località in cui soggiornare.
Pensiamo che i viaggiatori continueranno a scegliere Scicli come meta di visita e, purtroppo, non come meta di soggiorno creando un danno all’economia.
Anche per tale ragione, ci chiediamo se non sia ancora utile, seppur tardivo, un confronto con gli operatori del settore, in coerenza con quanto dichiarato dalla triade commissariale all'indomani dell'insediamento, circa la volontà di incontrare le parti sociali.
Siamo dell’opinione che l'imposta di soggiorno sia un valido strumento di reperimento fondi, ma non l’unico.
In questa fase di start up per il turismo a Scicli, potrebbero essere anche i privati a contribuire alle realizzazione di iniziative e attrattive, per non lasciare nel viaggiatore la percezione di esser sfruttato come un bancomat dal quale attingere per sostenere il turismo.
Riteniamo che il valore dell’imposta debba essere ragionevole e ponderato e che le finalità di impiego debbano essere tangibili e comunicate alla comunità. A tale proposito chiediamo di conoscere come sono stati impiegati i 40 mila euro riscossi lo scorso anno e come si intendono impiegare le entrate previste.
La speranza di noi operatori, destinati a subire spesso imposizioni dall'alto, è che questo non sia un segnale di allarme che lascia presagire un'arrogante autonomia capace di fare il contrario di ciò che la città vuole.
Per questo siamo stati e rimarremo a disposizione di chiunque nell’auspicio di un proficuo e fattivo rapporto di collaborazione. Anche con la nuova temporanea amministrazione.
mercoledì 1 luglio 2015
Economia della Condivisione
O sharing economy, come piace chiamarla a tutti.
E' il futuro della nostra generazione e mentre il mondo cade a pezzi, noi creiamo davvero nuovi spazi.
Mi viene chiesto di spiegarla a mia figlia. Ci provo.
La condivisione di un bene, che sia una casa o un'auto, una bici o un servizio qualsiasi, è alla base.
L'economia della condivisione rappresenta una nuova frontiera in cui si incontrano le persone capaci e quelle che posseggono. Un sistema che poggia le sue fondamenta sulla fiducia reciproca. Un sistema che monetizza le capacità del sapere.
Siamo davanti ad una rivoluzione culturale in cui si passa dal concetto di proprietà tradizionale di un tempo a un ecosistema che mette alla pari gli attori che vi interagiscono, solitamente un proprietario e un venditore. Entrambi con lo stesso e identico interesse perché interagiscono alla pari.
Il mercato diventa il luogo della condivisione.
Tutto diventa più accessibile. E' una nuova forma di proprietà in cui finalmente anche le capacità intellettuale sono equiparate al capitale.
Anche per questo dicono che è la nuova frontiera del capitalismo. Può starci. Ciò che conta è che nel corso degli ultimi tre anni, grazie a questo approccio, abbiamo creato tre imprese e una decina di posti di lavoro, oltre quelli dell'indotto.
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