Troppo spesso viviamo la vita come se fossimo dentro una gabbia invisibile. Ci abituiamo a ruoli che non ci appartengono, accettiamo compromessi che ci spengono lentamente, ci raccontiamo che è giusto così, che non possiamo fare altrimenti.
Lo facciamo nel lavoro, dove diventiamo ingranaggi di un meccanismo che ci vuole produttivi, ma mai liberi. Lo facciamo nei sentimenti, rimanendo legati a chi ormai ci vede solo come una presenza scontata, un’ombra che paga i conti ma non accende più scintille.
E così passano gli anni. Anni in cui abbassiamo la testa, in cui accettiamo che il nostro valore sia deciso da altri, in cui ci convinciamo che il coraggio sia solo per chi non ha nulla da perdere.
Ma la verità è un’altra.
Il coraggio è per chi ha già perso troppo, ed è stanco di perdere ancora.
Non si può continuare a sprecare il proprio tempo per compiacere gli altri, per non deludere aspettative che non sono le nostre, per paura di guardarsi dentro e scoprire che meritiamo di più.
C’è sempre un momento in cui arriva la scelta: restare in gabbia o spiegare le ali e spiccare il volo.
E quando quel momento arriva, non bisogna abbassare lo sguardo. Bisogna alzarlo. E iniziare a volare nella direzione che finalmente ci appartiene.
La libertà non è un lusso. È voglia di volare.